Candidato sindaco di Torino 2021

Battaglie radicali

Profetico Pannella:
i morti nel Mediterraneo
e ai confini dell’Europa
sono il nuovo Olocausto

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Pannella è sempre stato profetico. Questa frase dice molto della sua e nostra (di Radicali) capacità di analisi e previsione e molto dell’incapacità degli Stati europei di rispondere alla realtà con una politica fatta con la testa e con il cuore… oggi la risposta di molti, a partire da quella italiana, è foriera di altri morti e di altra disperazione (nel senso letterale del termine).

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Cannabis legale
fai da te

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Era il 1975 quando Marco Pannella fumò uno spinello in pubblico e si fece arrestare. Un’azione di disobbedienza civile che allora fu dirompente e rivoluzionaria ed ebbe il merito enorme di aprire, finalmente, il dibattito sulla follia delle politiche proibizioniste sulle droghe. 40 anni fa quando aprivamo un tavolo per strada per chiedere di legalizzare le droghe (almeno quelle leggere) prendevamo valanghe di insulti; oggi lo stesso tavolo produce strette di mano e pacche sulle spalle. Abbiamo cambiato la coscienza del Paese ma la legge e la politica sono indietro che arrancano e continuano a dare nelle mani della criminalità organizzata i proventi della droga proibita, con il danno collaterale di riempire le galere di disperati. Nello scorso Parlamento siamo giunti a un passo dall’approvazione di una legge che legalizzasse coltivazione e consumo di Cannabis.

Per proseguire idealmente quella battaglia, dopo innumerevoli disobbedienze civili e processi, autodenunce e referendum (uno vinto nel 1993 che cancellò le pene per uso personale), progetti di legge di iniziativa popolare, oggi voglio proporvi in pillole qualche consiglio per coltivare la Cannabis, ricordando che ne esistono molte varietà e che quelle a basso tenore di THC sono legali. Per approfondimenti potete consultare il libro di Luca Marola “Marijuana in salotto. Guida alla coltivazione fai da te” che illustra come fare anche con varietà più resistenti e dalla maturazione più rapida come le autofiorenti.

La Cannabis è pianta annuale, da seminare a mezzo cm di profondità in terreno a pH neutro tra marzo e aprile (se lo fate in questi giorni di maggio siete ancora in tempo). Occorre un vaso con terreno umido che va posto al buio; dopo circa 2 giorni nascerà la piantina che deve essere messa subito in luce. Annaffiare poco tutti i giorni ma non nella parte centrale della giornata. La maggior parte delle varietà fioriranno a luglio (la variabilità è tuttavia ampia) e dalla fioritura in poi occorre aggiungere fosforo e potassio all’acqua di bagnatura. Il concime adatto lo trovate nei negozi specializzati e va bene per Cannabis e orchidee; non esagerate che potreste danneggiare la piantina. Quando i fiori hanno i pistilli di colore aranciato e si formano goccioline opalescenti si possono raccogliere le infiorescenza (solitamente tra settembre e ottobre). Il raccolto deve essere fatto seccare per qualche settimana al buio e al fresco e lasciato “conciare” per qualche mese per ottenere il massimo risultato.

In attesa della legalizzazione della coltivazione anche per uso ludico, almeno impariamo come si fa per farla crescere rigogliosa.

Igor Boni – Direzione nazionale Radicali Italiani

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Elezioni: +Europa:
“Su cannabis terapeutica
continuano chiusure proibizioniste”

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27 febbraio 2018
Carmelo Palma, Igor Boni e Giulio Manfredi (candidati in Piemonte di “+Europa con Emma Bonino”):

Una delle giustificazioni che il Partito democratico utilizzò per archiviare negli scorsi mesi la proposta di legge sulla legalizzazione della cannabis – sottoscritta, nella sua versione parlamentare, da decine di deputati e senatori Pd e in quella popolare da oltre 50.000 cittadini – fu che si trattava di una scelta divisiva e che sarebbe stato più utile fermare la discussione sul terreno della cannabis terapeutica, condiviso in modo assai più ampio. Il risultato è che la discussione sulla legalizzazione è stata per l’ennesima volta rinviata e sulla cannabis terapeutica, anziché passi avanti, registriamo il medesimo stallo che ha reso questo per molti pazienti un diritto negato. L’approvvigionamento dei farmaci a base di cannabis è stato legato per anni interamente a forniture estere, che spesso si interrompevano lasciando i malati (soprattutto oncologici e affetti da patologie neurodegenerative) privi di cure. Si è poi aperto alla produzione nazionale, assegnandola però in monopolio allo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, che però non è in grado di provvedere al fabbisogno nazionale. Il risultato è che anziché aprire il mercato della cannabis a uso medico a produttori nazionali, ci si continua a rivolgere esclusivamente a produttori esteri. Il 18 gennaio scorso il Ministero della Difesa ha aggiudicato la fornitura di 100 chili di cannabis per le esigenze dello Stabilimento Chimico Farmaceutico di Firenze alla società tedesca Pedanios Gmbh (vedi link in calce). Insomma, il proibizionismo delle droghe continua a essere di fatto proibizionismo delle cure e anche della produzione farmaceutica. La qual cosa conferma che se non si supera il paradigma proibizionista sulla produzione di cannabis in Italia non solo i consumatori saranno lasciati alla mercé del mercato criminale, ma anche i malati saranno abbandonati in una situazione di perenne incertezza.

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Perché mi sono iscritto
al Partito Radicale Nonviolento
Transnazionale e Transpartito

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Come annunciato mi sono iscritto al Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito. Sono 33 anni che lo faccio, dal lontano 1986. Non si tratta di una iscrizione a sostegno di una mozione che non ho condiviso per nulla e non lo faccio solo per arrivare a 3001 anche in questo 2018. Si tratta piuttosto di un ulteriore investimento nella mia storia radicale che è mia e nostra, malgrado chi oggi guida questa organizzazione abbia deciso cosa e chi può essere definito radicale e cosa no, pannelliano o no. Ho sempre diffidato dei maestri che indicano cosa è giusto o sbagliato e mi è sempre piaciuto stare nell’elenco dei cattivi piuttusto che in quello dei bravi quando qualcuno compila classifiche di questo tenore.
Mi impegnerò fin d’ora a trovare i modi per costruire un congresso transnazionale partecipato che possa essere luogo di scontro franco e leale. Cosa rara ultimamente.
Sbaglia chi in Radicali Italiani rinuncia a questa battaglia.
Io proverò a farla.

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Assad all’Aja!
Per una Siria
libera e democratica

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“Assad all’Aja! Per una Siria libera e democratica” è il titolo dell’appello lanciato da Radicali Italiani e rivolto a tutti i cittadini, i Governi e alle Nazioni Unite affinché nella guerra in Siria si faccia trionfare la pace attraverso la giustizia.

L’appello, che può essere firmato sul sito di Radicali Italiani, chiede che tutti i criminali di guerra, del regime al potere o dei suoi oppositori, siano deferiti davanti alla Corte Penale Internazionale dell’Aja e processati per crimini contro l’umanità. Chiede inoltre il congelamento dei beni patrimoniali nei confronti del presidente Bashar al-Assad e di altri che potrebbero essere coinvolti nell’ordine o nell’esecuzione di crimini di diritto internazionale.

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“Le centinaia di migliaia di morti e i milioni di profughi segnano la peggiore tragedia umanitaria, umana e civile della storia recente”, dichiarano il segretario di Radicali Italiani Riccardo Magi e Igor Boni, membro della Direzione nazionale. “Un massacro al quale il mondo occidentale non ha saputo far fronte e che è divenuto in realtà pretesto per trasformare la Siria in un campo di battaglia e di alimentazione di bande terroristiche, dove si sono scontrati e si scontrano gli interessi di molti. In particolare l’azione di Putin e della Russia, a sostegno del regime violento e sanguinario di Assad, hanno peggiorato di molto una situazione che era già di per sé gravissima. Noi crediamo da anni che il filo da tirare per uscire dalla guerra sia quello richiamato dal motto “Non c’è pace senza giustizia”. Con questa convinzione profonda offriamo alla comunità internazionale e a tutti i cittadini uno strumento per dare soluzioni durature per un angolo di mondo che non potrà certo tornare a una parvenza di normalità a suon di bombe e distruzioni e non potrà di nuovo essere governato dal dittatore Assad. Uno strumento che speriamo faccia proprio immediatamente il Governo italiano e l’Europa stessa”, concludono Magi e Boni.

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Di seguito il testo dell’appello:
Circa 400.000 morti e milioni di profughi nella peggiore guerra della storia recente. Come in Bosnia venti anni fa, quella in corso in Siria non è una “guerra civile” ma è una “guerra ai civili”, una sistematica opera di massacro della popolazione iniziata e attuata da un dittatore, Bashar al-Assad, che è disposto a tutto pur di mantenere il proprio potere.

Noi cittadini d’Italia, d’Europa e del mondo, noi organizzazioni per la difesa dei diritti umani e civili, diciamo, innanzitutto, BASTA! Basta con il silenzio, basta con l’indifferenza, basta con la rassegnazione. Basta con una realpolitik che ha contribuito a distruggere un intero Paese. Il regime sanguinario siriano deve finire, non certo per dare in mano la Siria a nuovi tagliagole o a terroristi; i cittadini siriani hanno il diritto a una democrazia e a un governo scelto tramite libere elezioni.

Assad e tutti i criminali di guerra, del regime al potere o dei suoi oppositori, devono essere deferiti davanti alla Corte Penale Internazionale dell’Aja e processati per crimini contro l’umanità.

Deve essere attuato il congelamento dei beni patrimoniali nei confronti del presidente Bashar al-Assad e di altri che potrebbero essere coinvolti nell’ordine o nell’esecuzione di crimini di diritto internazionale. Mai come ora per la Siria e per il mondo intero vale il motto “Non c’è pace senza giustizia!”

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Lettera aperta
ai dirigenti radicali italiani

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Cari,
ero convinto che il Comitato fosse stato fissato per il primo fine settimana di luglio e vi avrei partecipato, vedo invece che è stato convocato per metà luglio e mi sarà purtroppo impossibile prendervi parte.
Mi preme scrivervi perché sono convinto che nei prossimi mesi ci giochiamo tutto delle possibilità di proseguire il nostro percorso radicale e che vi saranno spazi da occupare, ben maggiori di quelli che son stati disponibili fino ad oggi.
Mentre la destra è ormai saldamente nelle mani di estremisti e populisti, il partito Democratico renziano conosce la sua prima vera crisi che rischia con il referendum di ottobre di aprire una deflagrazione difficilmente arginabile. In tutto questo il grillismo conquista Roma e Torino e minaccia di conquistare il Paese, se malauguratamente l’Italicum dovesse essere messo alla prova.
Lo diciamo sempre e lo dico sempre: siamo inadeguati. Inadeguati ma portatori di idee e metodi di lotta unici. L’insieme di nonviolenza, laicità, pragmaticità, ragionevolezza e visione, ci impone (impone!) di provare a guidare questa nuova fase di crisi e cambiamento, che tuttavia non possiamo e non dobbiamo leggere solo con gli occhi rivolti all’Italia o peggio a Roma, Milano o Torino.
Ho condiviso la scelta elettorale romana e milanese, così come le iniziative lanciate nell’ambito delle necessarie riforme del governo del territorio a partire dalle Città metropolitane. Tuttavia credo ormai imprescindibile per noi tornare a concentrare tutte le nostre forze su temi di valenza generale, con un respiro transnazionale o almeno europeo, nella piena consapevolezza che possiamo avere l’ambizione sfrenata di occuparci di tutto ma che sarebbe opportuno concentrare le poche forze su pochi obiettivi chiari e definiti.

Con questo spirito mi preme proporre tre priorità che trovo essere centrali e portatrici di molte delle cose che abbiamo in mente di fare e conquistare. Questi temi non escludono altri, come le iniziative in corso sulla legalizzazione delle droghe, le carceri, la caccia, il referendum olimpiadi, la lotta contro il consumo di suolo e via dicendo ma ritengo siano priorità assolute che devono venire prima di altro.

Stati Uniti d’Europa
Sono convinto che questa deve essere la nostra campagna principale, rivolta al Governo affinché si faccia promotore con noi di un’azione a livello europeo che chieda espressamente la costituzione dello Stato Federale al quale consegnare la politica estera e di difesa, le politiche sull’immigrazione, la politica fiscale ed economica, le politiche ambientali. Vale tanto più oggi dopo il risultato del referendum d’oltre manica.
Il permanere di questa situazione nella quale gli Stati nazionali continuano a mantenere gran parte delle proprie prerogative e l’Europa interviene con la Commissione che impone misure legate soprattutto all’economia non sta più in piedi. Il rischio – non sono certo io che devo segnalarlo – è quello di un ritorno agli Stati nazionali con tutto quello che questa sventura porterebbe con sé in termini di maggiore povertà per alcuni e rischi di infrangere 70 anni di pacificazione.
Solo l’Europa può essere l’antidoto ai populismi di ogni colore e natura che stanno crescendo e si stanno alimentando di questa situazione di stallo che è concime per aumentare una forza centrifuga che rischia di divenire incontenibile. Se siamo convinti che questa analisi sia corretta – e dei rischi immani ai quali potremmo andare incontro – è evidente che questa è la priorità assoluta su cui concentrarci. È quello che ho provato a dire allo scorso Congresso di Radicali Italiani, come in molte altre occasioni del passato più o meno recente.
Solo l’Europa, con frontiere comuni e guardie di frontiera europee e politiche europee sull’immigrazione e sull’accoglienza può e deve governare un fenomeno che non si fermerà domani ma che ci accompagnerà per molti anni. In tutto questo proporre di organizzare da subito navi per andare a prendere chi vuole attraversare il Mediterraneo è provvedimento impopolare ma che arriverebbe all’obiettivo di fermare l’ecatombe in corso.
Solo l’Europa può fare da contrappeso serio a una Russia che mostra giorno dopo giorno la sua arroganza e la sua voglia di espandersi, in barba a qualsiasi trattato o regola, come dimostra l’annessione illegale con la forza delle armi perpetrata in Crimea.
Proporre in questo contesto che le prossime elezioni europee si svolgano con Partiti europei (modello ALDE) ed elezione diretta del Presidente, mi parrebbe opportuno dopo gli approfondimenti e le riflessioni necessarie.

Riforma della legge elettorale
Il meglio è nemico del bene. Vero. l’Italicum, uscito dopo il Porcellum, è probabilmente una legge migliore dello scandalo senza precedenti che ha “selezionato” in Italia Deputati e Senatori per anni. Qui però occorre il coraggio di riprendere un tema che non è certo considerato prioritario dalla maggioranza degli Italiani, per dire a chiare lettere che il ritorno alle preferenze (che i Grillini propagandano come una panacea a tutti i mali) è una sciagura assoluta. Rappresenta il perpetrarsi di una selezione al contrario delle classi dirigenti, dando priorità e vantaggi a capibastone, clan e “famiglie” dentro ciascuna forza politica, a cominciare tra brevissimo tempo anche dal Movimento 5stelle. Il ritorno alle preferenze sarebbe peggio del Porcellum per dirla tutta.
Credo che una iniziativa istituzionale, con l’aiuto di Roberto Giachetti se è disponibile, di interlocuzione con le frange più avanzate del PD e di quel che resta del Centrodestra liberale di questo Paese sia urgente. Anche solo il ritorno al Mattarellum sarebbe una cura di molto migliore rispetto all’attuale situazione, che rischia di dare in mano al peggiore dei populismi l’intero Paese per la testarda arroganza del Governo Renzi, che su questo tema pare non voler comprendere e sentire ragioni. Oggi, con i risultati dei ballottaggi che prefigurano cosa potrebbe accadere a livello nazionale, qualche crepa potrebbe essersi aperta per arrivare al maggioritario uninominale a un turno. Io penso dovremmo provarci. Peraltro la Mozione Giachetti poteva farci percorrere un’altra strada ma dallo stesso PD di allora arrivarono veti che oggi paghiamo salati.

Diritti umani
“Radicali”, per quanto mi riguarda, significa lotta per i diritti umani. Credo dovremo riprendere il filo di iniziative che, partendo da casi specifici, sappiano comunicare come la questione del rispetto dei diritti umani nel mondo sia il primo dei pilastri da conquistare, proteggere e promuovere. La questione dei diritti e della democrazia, insieme alla libertà di mercato e di impresa, che abbiamo ben declinato per decenni, sono elementi strettamente connessi al dossier immigrazione. In un Paese come l’Italia, che per la prima volta da anni vede un decremento della propria popolazione (dopo molti anni di crescita zero o zero virgola), continuiamo a importare raccoglitori di pomodori dal nordafrica che paghiamo in nero piuttosto che importare i pomodori in nome di un protezionismo che ha come unico effetto di affamare intere popolazioni. Protezionismo spesso condito con terzomondismo ipocrita che non si può sentire. Anche questi sono muri da abbattere. Legare i diritti alla democrazia e alla libertà di mercato è un’operazione radicale che proprio ora dovremmo ricominciare a fare con vigore, per contrastare le vergognose prese di posizione contro l’immigrazione che vengono da destra e un certo buonismo di sinistra che è l’altra faccia della stessa medaglia.

C’è poi la questione interna alla casa radicale. Io – per mia fortuna – non ho vissuto le dinamiche di Torre Argentina. Ho fatto politica con molti compagni nelle periferie del nord-ovest, abbastanza (anche se a volte non troppo) lontano dal volo di coltelli per poter proseguire senza particolari ferite nell’azione e mantenendo inalterata la passione per la politica radicale.
La sensazione è che il solco che si è ormai creato tra i sostenitori (per sintetizzare) del PRNTT e quelli di RI e Associazione Luca Coscioni sia incolmabile. Non si tratta di visioni politiche differenti – quelle ci sono ma sono ormai più un pretesto a mio parere – ma di dinamiche e contrasti più personali che altro, i quali hanno raggiunto livelli di non ritorno.
Ho sempre pensato e scritto che avremmo dovuto essere capaci di mettere insieme le poche forze che abbiamo e lottare uniti per obiettivi comuni, provando a sommare le energie, piuttosto che utilizzarle gli uni contro gli altri. In una lunga lettera aperta del 2005 lo scrissi e fui “massacrato”, eppure gran parte di quei nodi è ora arrivato al pettine in modo evidente per tutti. C’è chi come Sergio Ravelli non perde occasione per ricordare, travisandolo, quel testo anche se, appunto, pare non averlo compreso fino in fondo.
In questa dinamica “malata” si inserisce ora Giovanni Negri con la sua “Marianna”. Io prendo questa novità con curiosità e attenzione perché Giovanni è persona di grande intelligenza e capacità e chi leggesse questo ritorno in campo semplicemente con fastidio o sospetto credo commetterebbe un grosso sbaglio. Certo, se questa vicenda dovesse aggiungere un nuovo tassello di contrasti, nell’intricata rete di scazzi radicali, allora avrebbe forse come unico risultato di portare a termine più rapidamente una storia, sulla falsa riga di quanto accaduto ai Socialisti dopo la morte di Bettino Craxi. Se invece, come spero, fosse fonte di nuove riflessioni e di nuove energie, potrebbe invece anche essere un pezzo della soluzione.
Chiedo a ciascuno di noi di guardare con approccio laico e pragmatico anche le vicende interne e di valutare queste proposte e riflessioni.

Con affetto.
Igor

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Pillola del giorno dopo:
abolito l’obbligo di ricetta
Ennesima vittoria radicale
per il diritto alla maternità responsabile
e alla salute sessuale

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La battaglia dei Radicali per rimuovere la ricetta per la contraccezione di emergenza si è conclusa 16 anni dopo l’introduzione del “Norlevo” nel lontano 2000. Il nostro Paese, fino a ieri, manteneva l’obbligo della ricetta “non ripetibile” per accedere all’anticoncezionale. Una vittoria ottenuta dopo 16 anni, grazie innanzitutto alla tenacia e alla forza di Silvio Viale che nel 2010 fu addirittura sanzionato dall’Ordine dei medici per avere prescritto sin dal 2004, alle donne che ne facevano richiesta, la contraccezione di emergenza (Norlevo e Lonel) per le strade e davanti alle scuole di molte città italiane.
Dichiarazione di Igor Boni, Laura Botti e Silvja Manzi (Coordinatori dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta)
Oggi è un giorno importante perché possiamo dire di aver conquistato un passo avanti per tutti. E’ una vittoria che rivendichiamo con orgoglio. Per arrivare a questo obiettivo ci sono voluti 16 lunghi anni di richieste, manifestazioni, disobbedienze civili e iniziative di informazione per strada e nelle scuole. 16 anni per ottenere una cosa di una banalità lampante: abolire l’obbligo di ricetta per la contraccezione d’emergenza che, come è ovvio, ha massima efficacia se assunta immediatamente dopo un rapporto a rischio. La ricetta è stata per lunghi anni un ostacolo e l’alibi dell’obiezione di coscienza di molti, hanno reso ancor più complesso ciò che invece deve essere rapido e semplice. Silvio Viale è stato il protagonista di questa lotta e noi con lui. Chi esce sconfitto da questa vicenda è innanzitutto l’Ordine dei medici che nel 2010 si è macchiato della vergogna di sanzionare chi metteva a disposizione il suo tempo e la sua professionalità per fornire ricette a chi le chiedeva, saltando gli ostacoli posti da una normativa assurda. Oggi possiamo dire che la ragionevolezza dei laici e dei Radicali ha avuto ragione su conservatori e falsi obiettori”.

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Igor Boni, coordinatore dell’Associazione Aglietta

nominato nella Giunta dei Radicali Italiani

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Il segretario e il tesoriere di Radicali Italiani, Riccardo Magi e Valerio Federico, hanno inserito Igor Boni all’interno della Giunta di Radicali Italiani.

Dichiarazione dei Igor Boni:
Ringrazio Riccardo Magi e Valerio Federico per questa opportunità di collaborazione che tenterò di sfruttare appieno dando forza al nuovo corso di Radicali Italiani con la consapevolezza che, come movimento radicale nel suo complesso, dovremmo concentrare le poche forze che abbiamo per comuni obiettivi, riducendo la sterile conflittualità interna che da troppi anni occupa parte importante del nostro tempo e delle nostre forze.
Lo diciamo e l’abbiamo detto spesso, ma mai come ora è evidente a chi conosce la storia e l’attualità dei Radicali che il nostro approccio laico alla politica, alla giustizia, ai temi legati all’ambiente, alla vita e alle scelte di ciascuno, è un pilastro fondamentale del vivere civile. Nessuno come noi ha saputo tenere alte le bandiere dei diritti civili e umani e di un federalismo europeo di cui occorre far tesoro, contro chi vorrebbe alzare muri e dare nuovo impulso agli stati nazionali. A Torino, in Piemonte, in Italia e in Europa c’è bisogno dei Radicali
“.

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Gli Stati Uniti d’Europa

sono l’unico vero antidoto

contro terrorismo e fondamentalismi

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In seguito alle vicende tragiche di Parigi i Coordinatori dell’Associazione radicale Adelaide Agietta (Igor Boni, Marco del Ciello e Silvja Manzi) hanno rilasciato la seguente dichiarazione alla stampa:

Dopo la doverosa solidarietà e vicinanza alle vittime occorre mettere in campo la politica, emarginando i numerosi sciacalli in campo, che sono purtroppo abbondanti anche a casa nostra. Non vi è dubbio che la prima – la più importante – delle risposte che dovremmo dare è quella della costruzione degli Stati Uniti Europa, l’unica frontiera entro la quale poter organizzare e difendere quello che abbiamo conquistato. Una politica estera e di difesa comune, frontiere europee, una politica europea sull’immigrazione, sono questi gli obiettivi da realizzare adesso. Uno stato federale europeo che sappia essere forte quanto occorre, politicamente e militarmente. Ogni riflesso che vada nel senso opposto ci renderà più deboli e vulnerabili.
Chiediamo al Governo Renzi, con la forza che ci arriva e deriva da sessantanni di lotte europeiste e federaliste, di prendere e far lievitare il testimone che fu di Altiero Spinelli. Gli Stati Uniti d’Europa sono l’unico antidoto concreto a fondamentalisti, fondamentalismi e terroristi di ogni genere
“.

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#iostoconMax: il Parlamento

discuta legge sull’eutanasia

Il Piemonte calendarizzi

legge su testamento biologico

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La proposta di legge di iniziativa popolare per la legalizzazione dell’eutanasia che ha raccolto oltre 60.000 firme (Torino la città nella quale si sono raccolte più firme) attende da due anni di essere discussa. 160 parlamentari chiedono che venga calendarizzata. In Piemonte i Radicali hanno chiesto che si discuta una legge sul testamento biologico in Piemonte con una petizione popolare presentata il 15 maggio 2015 dopo l’approvazione di una legge in tal senso da parte della Regione Friuli Venezia Giulia.
Max Fanelli di Senigallia, malato di SLA, sta attuando un’azione nonviolenta tramite sospensione delle cure per spingere il Parlamento a discutere della legge sull’eutanasia.

Dichiarazione dei Coordinatori dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta Igor Boni, Silvja Manzi e Marco del Ciello:
Il coraggio e la determinazione di Max Fanelli meritano rispetto e attenzione. L’azione nonviolenta che sta attuando non mira a imporre la sua opinione su quella degli altri ma chiede che il Parlamento discuta una legge firmata da molte decine di migliaia di cittadini. Noi rivolgiamo questa stessa richiesta anche al Consiglio regionale del Piemonte dove abbiamo depositato ormai da oltre 5 mesi una petizione popolare che non ha avuto alcuna risposta. Crediamo che, sulla falsa riga di quanto conquistato a Torino e in altre città e della legge regionale del Friuli, il Piemonte abbia il dovere di aprire la discussione e calendarizzare una proposta che riconosca la possibilità di depositare presso l’ASL di riferimento il proprio testamento biologico. Non è una proposta rivoluzionaria, è una proposta di buon senso; l’unica che garantisca al meglio il rispetto delle volontà di ciascuno. Nessuno può scegliere sulla nostra pelle, nessuno può scegliere sulla pelle di Max. #iostoconMax!
https://www.facebook.com/Io-Sto-Con-Max-Si-Alleutanasia-363116450536119/

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