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Da quando ho assunto l’incarico di Amministratore Unico dell’IPLA ho avuto chiaro che l’obiettivo era quello di individuare una strada di riforma che potesse garantire la continuità del lavoro e del contributo tecnico che abbiamo dato in un nuovo contesto societario e in una nuova realtà sociale, territoriale e legislativa.
L’esigenza deriva dalla necessità di adeguare la nostra struttura, dopo 35 anni di vita, alle nuove esigenze della Regione e alle nuove norme europee e nazionali.
Con la Giunta Chiamparino fin da subito abbiamo proposto di ragionare concretamente sulla costruzione di un nuovo ente, di un nuovo contenitore, che mettesse insieme due realtà (quella legata ad operai e impiegati forestali con IPLA SpA).
L’assessore al Bilancio Aldo Reschigna non solo ha recepito tale proposta facendola propria ma ha dato chiare indicazioni su come procedere ed è per questo che oggi, dopo mesi di intenso lavoro, siamo arrivati ad una svolta.
L’approvazione della legge 67/2015 (Provvedimenti per la riqualificazione della spesa regionale) ieri da parte del Consiglio regionale contiene al suo interno un articolo nel quale si impegna la Giunta, entro il prossimo giugno, alla creazione dell’Agenzia delle foreste e del territorio della Regione con i dipendenti di IPLA e gli operai e impiegati forestali è il primo passo fondamentale per arrivare all’obiettivo.
Alla fine dell’ottobre scorso, in coordinamento con i dirigenti e funzionari regionali competenti, abbiamo redatto un approfondito documento che delinea le ipotetiche linee d’azione della nuova Agenzia definendo un risparmio per le casse regionali che raggiunge annualmente i 3 milioni di euro entro pochi anni, anche grazie ad incarichi e progetti che potranno arrivare da altri committenti (una cifra senza dubbio significativa in questo periodo di ristrettezze economiche).
Se a tutto ciò si aggiunge il potenziale d’azione sulla protezione dal dissesto idrogeologico, il miglioramento della gestione forestale e dei vivai regionali, l’aumento di capacità di utilizzo dei fondi europei e il mantenimento, migliorandolo, delle azioni che IPLA svolge attualmente in campo ambientale e sulla pianificazione territoriale, credo si comprenda appieno la portata della riforma.
Oltre ad andare incontro alla necessità di ridurre gli Enti e a contenere la spesa si otterrà potenzialmente maggiore efficienza e migliori servizi in questo campo a favore dell’intera cittadinanza.
Un esempio che potrebbe essere seguito anche da altre realtà regionali che dovrebbe divenire volano per l’economia dei territori rurali, non in concorrenza con il mondo delle imprese e dei professionisti ma in piena alleanza d’intenti.
Se il risultato andrà in porto dipenderà da noi e dalla nostra volontà e capacità di cambiamento.
Alla fine del processo nulla sarà come prima e questo per me è un bene; i fasti del passato li ricorderemo con orgoglio senza troppa nostalgia se sapremo trovare nuovi ruoli al passo con le necessità dei tempi che cambiano.
In più il compito essenziale di gestire il 40% del territorio piemontese oggi coperto da boschi – spesso lasciato a sé stesso e al degrado – è essenziale, perché è da quei territori e da tutte le aree agricole che potrà arrivare una parte della spinta per l’auspicata ripresa economica della nostra Regione.
Con tali convinzioni ritengo che il nostro contributo sia essenziale e necessario e fino alla fine del mio incarico, ossia il 30 aprile 2015, mi impegnerò per portare a termine la transizione con successo.