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In seguito alla vergognosa condanna a morte di Ali al-Nimr per decapitazione e crocifissione da parte dell’Arabia Saudita, per aver partecipato da minorenne a una manifestazione contro il regime, i Radicali chiedono alla Regione Piemonte e all’Amministrazione della Fondazione del Salone Internazionale del Libro di rigettare l’ipotesi che l’Arabia Saudita sia ospite d’onore del 2016.
La richiesta segue la presentazione di una Mozione in Consiglio comunale di Silvio Viale che chiede al Sindaco Fassino e al Consiglio comunale stesso di farsi parte attiva in tal senso nei confronti dei membri dell’Assemblea dei soci Fondatori della Fondazione Salone del Libro, di cui la Città di Torino fa parte insieme alla Città Metropolitana di Torino, Regione Piemonte e AIE – Associazione Italiana Editori.

Dichiarazione dei coordinatori dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta: Igor Boni, Marco del Ciello e Silvja Manzi, anche membro del Comitato Diritti Umani della Regione Piemonte:
«È già scandaloso che un Paese teocratico, dispotico, illiberale, sessista, razzista, fondamentalista e feudale come l’Arabia Saudita sia stato posto al vertice del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite, che sia anche stato scelto quale ospite d’onore al prossimo Salone del Libro è per noi inaccettabile.
Dopo la vicenda della condanna per apostasia a dieci anni di reclusione e mille frustate al blogger liberale Raif Badawi, ancor più con la condanna a morte di Ali al-Nimr riteniamo che occorra da subito e senza dubbio alcuno rigettare tale ipotesi.
Queste pratiche totalmente contrarie a ogni principio democratico e di rispetto dei diritti fondamentali non possono essere accettate per nessun motivo – tanto meno, o tanto più!, economico – e fornire a regimi di questa natura una passerella internazionale e gli onori dovuti al Paese ospite del Salone Internazionale del Libro non può essere tollerato.
In assenza di una presa di posizione immediata e netta ci impegniamo sin da subito a organizzare in concomitanza dell’evento presidi e denunce pubbliche contro un paese come l’Arabia Saudita che utilizza la pena capitale nei confronti di chi manifesta il proprio dissenso; mantiene forti limitazioni delle libertà religiose, politiche e civili; non permette libertà di stampa e di espressione; subordina la condizione femminile a quella maschile; condanna gli omosessuali alla fustigazione; concede la cittadinanza solo a chi professa la religione islamica. E i cahiers de doléances non terminerebbero nemmeno qui.
Chiediamo pertanto alla Regione Piemonte di far sì che il nuovo cda del Salone del Libro torni su una scelta a dir poco imbarazzante. Il rinnovamento del Salone del Libro passa anche da decisioni meno scellerate.»

Torino, 26 settembre 2015
Per informazioni: Boni (348/5335309)