Il 4 ottobre prossimo presso la sede dell’IPLA in C.so Casale 476, dalle 10 alle 17 apriremo i nostri cancelli a tutti.
Da 35 anni ci occupiamo di Green economy e valorizzazione dei territori, protezione dal dissesto idrogeologico e filiere energetiche, protezione delle risorse naturali e innovazione in agricoltura, monitoraggio del Programma di sviluppo rurale e lotta alle zanzare, biodiversità e gestione dei 900.000 ettari di boschi regionali, formazione in ambito forestale, tutela del suolo e progetti internazionali, ciclo dei rifiuti e sentieristica, valorizzazione del patrimonio tartufigeno regionale e lotta ai cambiamenti climatici… Vogliamo far conoscere le nostre attività e le nostre capacità ma vogliamo anche cambiare per andare incontro alle esigenze imprescindibili dettate dalle difficoltà economiche e da una struttura societaria che deve riformarsi per essere ancora più efficace e al passo con i tempi.
Con questo spirito stiamo affrontando queste settimane a dir poco impegnative, tentando di realizzare un progetto che da anni abbiamo in mente (e che oggi è sostenuto con forza dalla Giunta guidata da Sergio Chiamparino): mettere assieme le nostre competenze con gli operai forestali e gli impiegati forestali della Regione e con il sistema dei vivai regionali. Condurre in una sola struttura chi opera direttamente sul territorio (le squadre forestali) con chi progetta e attua la pianificazione forestale (IPLA) è un provvedimento logico che potrà ottimizzare risorse e rendere più efficace il lavoro di tutti. Penso ad esempio ad un Piano straordinario per la protezione del territorio dal dissesto idrogeologico, individuando priorità di intervento e iniziando a realizzarlo dalle situazioni più critiche a parità di costi con il passato o addirittura risparmiando.
Quanto vale la prevenzione? Ce lo diciamo ad ogni disastro che incombe nei telegiornali, dalla Puglia alla Toscana, dal Veneto alle Marche, dalla Sicilia al Piemonte. Noi possiamo e dobbiamo fare qualcosa per smetterla di mettere delle toppe e agire prima per ridurre i rischi.
Vogliamo costruire una struttura agile ed efficace che valorizzi le nostre competenze smettendola finalmente di guardare a chi si occupa di ambiente e territorio come un problema. Certo, lo ripeto, IPLA non è perfetta e ha ampi margini di miglioramento. Ma come ho detto tante volte se dall’oggi al domani l’Istituto sparisse la Regione si troverebbe a dir poco spiazzata su molti temi e presto inizierebbe un dibattito su come ricostruire una struttura analoga alla nostra che peraltro c’è in quasi tutte le regioni (con una ragione sociale differente, però).
Con il monitoraggio sul Programma di Sviluppo Rurale e con il sostegno tecnico all’intera struttura regionale contribuiamo per la nostra parte a far arrivare in Piemonte quasi un miliardo e cento milioni di euro (!) per la programmazione 2014-2020. Non è poco, mi pare. Con la lotta alle zanzare possiamo vantare di essere l’unica regione del nord che ad oggi non ha nei suoi confini casi di Febbre del Nilo (malattia con potenziale esito mortale, portata da alcune specie di zanzare) e di aver ridotto l’infestazione di un ordine di grandezza rispetto a quando abbiamo cominciato 8 anni fa. Anche questo non mi pare poco. Gestiamo i fondi che arrivano dai tesserini dei raccoglitori di tartufi riportando sul territorio gran parte dei soldi per valorizzare questo prodotto tipico del Piemonte. Forniamo i dati e l’interpretazione degli stessi per ridurre i danni alla risorsa suolo, rispondendo prontamente alle normative europee e nazionali. Tentiamo in ogni modo di attivare filiere di produzione di biomassa per produrre energia a beneficio dell’economia regionale rurale innanzitutto (su questo potremmo fare molto di più).
Quando sento affermare che siamo un problema mi viene da rispondere semplicemente che siamo una risorsa.
Ciò non toglie che sia ora di cambiare radicalmente e l’occasione che abbiamo tra le mani non dobbiamo perderla abbandonando ogni spirito di conservazione; non ne avremo un’altra, con ogni probabilità.
Sarà anche il modo per provare ulteriormente a ridurre i costi e a produrre nuove entrate che riducano i costi suddetti, rifuggendo qualsiasi tipo di assistenzialismo.
L’appuntamento di sabato prossimo sarà l’occasione per far conoscere al grande pubblico cosa sappiamo fare e cosa potremmo realizzare insieme ai colleghi forestali che operano sul territorio e ai funzionari regionali che coordinano le attività su questi temi.
Vi aspetto.
3 comments
Credo che le considerazioni sopra espresse siano più che ragionevoli. Piuttosto mi farebbe piacere conoscere che ruolo avranno gli operai forestali nell’ambito dei progetti IPLA e quale sarà la loro posizione nell’ambito dell’istituto stesso. grazie
Salve
sono un insegnante; sono davvero curioso di capire come la vostra notevole esperienza in questi ambiti di lavoro possa venire comunicata nella dimensione scolastica.
Operando attualmente in questa realtà sento la necessità infatti di affrontare gli argomenti che tratto in classe con un nuovo approccio: un metodo che tenga davvero conto del cambiamento che stiamo oggi così fortemente vivendo. Un cordiale saluto e un a rivederci a domani.
Caro Massimo, scusa per il ritardo nella risposta. Ad oggi l’ipotesi dell’Agenzia che la Giunta ci propone (a IPLA e agli operai e impiegati forestali) è l’occasione per trasferire nella nuova struttura le nostre “vecchie” attività, rendendo il tutto più efficiente, al contempo tentando di lavorare per consolidare la filiera del legno piemontese che ha grandi potenzialità inespresse. Credo che sia l’occasione per mettere a frutto in sinergia conoscenze e capacità delle due strutture; non direi semplicemente che gli operai entrano nei progetti di IPLA o viceversa. Saremo una nuova “cosa”, una nuova struttura, che potrà farsi valere meglio sulla protezione dal dissesto idrogeologico, sulla valorizzazione dei boschi e il coordinamento delle attività forestali, sui progetti del PSR o su fondi europei. Ma è ancora tutto da costruire, è presto per dire di più ma spero che riusciremo a vincere questa sfida di cambiamento.
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