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Silvio Viale selezionato dall’ALDE
(Alleanza Liberali e Democratici per l’Europa)
come finalista per il premio europeo “Leader”

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Silvio Viale (nella foto qui sopra come sempre al mio fianco in tutte le battaglie), Presidente del Comitato nazionale di Radicali Italiani e consigliere comunale a Torino (eletto nelle liste del PD) è stato ufficialmente designato tra i finalisti del premio Leader (Liberal Democrat Regional and Local Politicians Awards), che prevede l’assegnazione di premi a politici di spicco appartenenti a partiti liberal democratici a livello regionale e locale. Il premio è stato istituito e lanciato dal gruppo liberale europeo ALDE (Alleanza Liberale e Democratici per l’Europa). I vincitori saranno stabiliti in una cerimonia pubblica che si svolgerà a Bruxelles il 10 dicembre prossimo dove tutti i finalisti parteciperanno ad un seminario con i nuovi commissari liberali sulle strategie e politiche europee da sostenere nel prossimo futuro.

Dichiarazione di Igor Boni (Presidente Associazione radicale Adelaide Aglietta)
“Sono molto felice di questa scelta dell’ALDE che dimostra quanto l’impegno di Silvio Viale e nostro, a livello locale, abbia dato frutti che sono riconosciuti ai massimi livelli europei. Le vittorie e le attuali iniziative sui diritti civili e sulla trasparenza, dall’istituzione del registro dei testamenti biologici alla legalizzazione della pillola abortiva RU486, dall’approvazione dello ius soli a Torino per i nuovi nati, all’applicazione a livello cittadino e regionale dell’anagrafe degli eletti e nominati, dal lancio dei referendum comunali sul road-pricing e contro il consumo di suolo alle lotte per la marjuana terapeutica tuttora in atto, sono solo alcuni degli esempi che dimostrano il valore di un impegno e di politiche troppo spesso non riconosciute a dovere in sede locale e nazionale. L’apporto delle politiche liberali e l’azione testarda volta alla conquista dei diritti e della libertà di scelta individuale, sono prerogative rare in questo Paese. Spero che il 10 dicembre prossimo Silvio possa essere premiato per tutto questo ma è già un grande risultato, un doveroso riconoscimento, questa prima nomination a livello internazionale”.

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Leopolda piemontese per buttare il cuore oltre l’ostacolo
Lettera aperta a Davide Gariglio, segretario regionale Pd e la sua (immediata) risposta

per editorialino
Igor Boni, Presidente dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta (candidato alle scorse regionali nelle liste del PD) ha inviato la seguente lettera aperta al segretario regionale del PD Davide Gariglio

“Caro Davide,
credo sarebbe necessario organizzare da subito un grande evento di confronto sul futuro della nostra Regione e del PD piemontese. Una sorta di Leopolda regionale nella quale riflettere su cosa sta accadendo attorno a noi.
Le spinte di innovazione che arrivano da molte parti non sono adeguatamente colte dalla struttura del partito regionale.
Dovremmo dare risposte nuove alla crisi del lavoro provando a sperimentare in modo attivo politiche liberali come quelle proposte da Pietro Ichino.
Dovremmo, sui diritti civili, evitare di vedere il PD sorpassato dal Vaticano magari facendo una battaglia per vedere equiparati i diritti di tutte le famiglie nel welfare regionale e attivando senza ritardi la fecondazione eterologa.
Dovremmo, sulla giustizia, prendere atto che la necessità di una riforma che apra le porta alla responsabilità civile dei magistrati e alla separazione delle carriere non solo non è un tabù ma qualcosa di necessario, e non solo perché ce lo chiede l’Europa.
E ancora dovremmo sulla legge elettorale regionale ragionare su come arrivare ad eliminare il listino dei nominati (con mercato delle vacche allegato) e il voto di preferenza passando ad una legge maggioritaria uninominale: quanti, su questo, sanno che solo il 15-20% dei votanti seleziona chi sarà eletto?
Su trasparenza e legalità, i temi che hanno guidato la mia campagna elettorale, è giunto il tempo come promesso insieme di presentare il progetto di legge “Piemonte trasparente” per togliere ai partiti la scelta dei nominati nella sanità e procedere ad un processo di trasparenza nella selezione delle persone in base al merito e non alle appartenenze partitiche o correntizie.

Ho la profonda convinzione che se non sapremo prendere in mano nuovamente tutto questo, con capacità di proposta, con passione e con l’ambizione di conquistare un cambiamento nei confronti del passato si prospetta davanti un futuro pericoloso. Non per il PD ma per le politiche di questo territorio.
Siamo nel cuore della crisi con i dati peggiori sulla chiusura di aziende e partite iva, di perdita di posti di lavoro e di utilizzo di cassa integrazione rispetto a tutto il Nord e Centro Italia e non possiamo più rimanere legati a vecchie e logore logiche.
Occorre gettare il cuore oltre l’ostacolo. La rottamazione delle persone in base al dato anagrafico l’ho sempre trovata una procedura volgare e priva di significato ma rottamare vecchie politiche e vecchie consuetudini è doveroso e dovremmo farlo da subito.

Con questi auspici ti chiedo, vi chiedo, di convocare un evento pubblico fuori dalle logiche strette di partito per dare voce, luce e concretezza ad un rinnovamento che tarda purtroppo a farsi strada.

Con affetto,
Igor Boni”

ECCO LA RISPOSTA DI DAVIDE GARIGLIO

Caro Igor, cari amici dell’Associazione Adelaide Aglietta,
oggi, mentre seguivo i lavori della Leopolda, ho visto la vostra lettera che mi sollecita a creare un evento simile nella nostra Regione, per discutere fuori dagli schemi preordinati di partito, in modo coraggioso e prospettico, del futuro del nostro territorio e delle scelte che spetta a noi assumere.
Sono totalmente d’accordo con voi.
Nella segreteria regionale già a luglio abbiamo deciso di creare un evento simile, che dovrebbe tenersi – impegni nazionali permettendo – il 29 novembre a Torino.
Alcuni membri della segreteria ci stanno lavorando appassionatamente.
Questo dovrebbe essere il momento di avvio del lavoro programmatico, che sarà poi sviluppato dagli 11 forum tematici regionali, cui hanno già aderito più di 500 persone.
Al termine di tutto, tra un anno, terremo una grande conferenza programmatica, la prima per il Piemonte, come previsto dal nostro Statuto.
Ti/vi chiedo aiuto.
Lo sforzo che dobbiamo fare é quello di superare i nostri schematismi mentali, la pigrizia culturale di chi ripete sempre le scelte del passato per paura di avventurarsi su strade nuove.
Gli interventi di oggi, qui alla Stazione Leopolda, raccontano tutti di esperienze partite col coraggio della rottura, della discontinuità, anche dell’azzardo.
Il PD, per come lo concepiamo noi, deve saper guidare il Paese in uno straordinario sforzo di rinnovamento.
Mi rendo conto che su di noi pesano grandi aspettative e che il nostro partito a volte é più teso a conte interne, a discussioni in house, che non a traghettare con decisione il Piemonte verso il futuro.
Oggi in Regione viviamo un momento di crisi finanziaria drammatica, che obbliga noi amministratori regionali a decisioni forti e innovative già nell’immediato.
Ecco perché l’evento che immaginiamo non é fine a se stesso, ma funzionale ad offrire idee e soluzioni concrete a chi deve compiere le scelte.
È la grande funzione del partito, che per troppi anni in Italia abbiamo subappaltato agli amministratori.
Ora noi dobbiamo provarci.
Lo sforzo della segreteria regionale é in questo senso.
Abbiamo bisogno anche del vostro aiuto e delle vostre idee.
Con amicizia.
Davide
Firenze, 25 ottobre 2014

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Il “pachiderma” Europa deve cogliere la crisi russo-ucraina
per dare corpo ad una politica estera e di difesa comuni

Dopo molti anni rivedere uno accanto all’altro Benedetto Della Vedova e Olivier Dupuis è stato come immaginare che il tempo non fosse passato.
L’Ucraina ci ha riportato insieme a lottare per dare dignità ad una scelta europeista contro la deriva espansionista della Russia.
Con Pino Perri che ha fatto una intrduzione sulla storia dell’Ucraina da incorniciare (e da riascoltare su Radio Radicale) siamo entrati in una realtà che pochi conoscono.
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(la sala del Circolo dei Lettori di Torino)
L’iniziativa l’abbiamo realizzata nella splendida cornice del Circolo dei lettori, nell’occasione della presentazione del libro «Le ombre degli avi dimenticati» (apice libri) di Mychajlo Kocjubynskyj, un romanzo breve ambientatao sui Carpazi ai primi del 1900 che racconta vicende legate alle tradizioni di quei popoli; tradizioni e storie che sono analoghe a quelle delle nostre montagne.
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Dalla mia ormai purtroppo lunga storia politica mi sono tornate alla mente le nostre iniziative sulla ex-Yugoslavia, con la richiesta di ingresso della Bosnia nella comunità europea per scongiurare la guerra e uno storico consiglio generale del Partito Radicale convocato in Croazia, a Zagabria, in un sotterraneo antiaereo mentre Milosevic cominciava a bombardare.
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(Olivier Dupuis)
La storia si ripetè in Kossovo dove Antonio Russo, unico giornalista presente in loco, ci fornì reportage giornalieri prima di scappare in treno con i profughi. E poi la Cecenia dove una comunità europea imbelle (più di quanto lo era stata in Yugoslavia) lasciò nelle mani sanguinarie del regime di Putin la speranza democratica. Mi è tornato alla mente l’amico e compagno ceceno Umar Kambiev, le nostre comuni battaglie, le speranze e la sconfitta. Ho ripensato all’invasione russa in Georgia e ora tocca all’Ucraina.
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(Benedetto Della Vedova)
Abbiamo lottato; ogni tanto riuscendo almeno per un millimetro a far prevalere ragionevolezza e democrazia, altre volte siamo stati sonoramente battuti. In ognuna di queste vicende tragiche l’Europa è stata un fantasma, una presenza assente, un pachiderma economico incapace di agire politicamente.
Oggi tuttavia abbiamo di nuovo una grande occasione, quella di cogliere la crisi russo-ucraina per dare corpo ad una politca estera e di difesa comune, per dare corpo agli Stati Uniti d’Europa di Altiero Spinelli, del Manifesto di Ventotene. Oggi tenere alta la bandiera dell’Ucraina e difendere il ritorno di quel Paese all’interno della casa comune europea è una scelta imprescindibile per arginare le velleità espansioniste e ricattatorie di Putin e della Russia, contro il silenzio complice di tanta parte dell’Occidente.
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(Pino Perri)
Troppe volte le diplomazie hanno preferito girare la testa dall’altra parte per poi trovarsi presto di fronte a disastri ancor peggiori. Questa volta occorre agire al massimo livello con la diplomazia e con le sanzioni; una guerra alberga nel cuore dell’Europa, a casa nostra, ma la maggior parte di noi vive tutto questo con sufficienza o addirittura con disinteresse.
Credo che ciascuno invece dovrebbe abbandonare per un attimo le proprie legittime e personali occupazioni e preoccupazioni e darci una mano per fornire sostegno alla causa democratica e di liberazione del popolo ucraino. Chiedere un’Ucraina europea significa difendere noi stessi.
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