Candidato sindaco di Torino 2021

Granelli

“Gianna Pentenero ci ammonisce a un atto di responsabilità e ci dice che le primarie in questo contesto non sarebbero opportune. Io rimando al mittente queste affermazioni e dico che l’atto di responsabilità è chiedere ai cittadini torinesi che vogliono voltare pagina di scegliere le idee, i progetti e da chi vogliono farsi rappresentate nella corsa per far vincere il centrosinistra. Certo che c’è l’emergenza covid ma la democrazia non va e non deve andare in lockdown. L’ho già detto e lo riaffermo con convinzione. Tanto più che questi richiami alla responsabilità hanno il sapore dell’ipocrisia di chi vede nelle primarie un rischio e preferisce che la scelta del candidato venga fatta nelle stanze dei partiti.
Gianna Pentenero e gli altri che sottotraccia vogliono far saltare il banco hanno visto le file ordinate di cittadini fuori dall’anagrafe? Fuori dagli uffici postali? In attesa a molte decine o centinaia di fronte ai laboratori di analisi per i tamponi o accanto ai tendoni allestiti? Quale sarebbe la differenza con le primarie?
Oggi le forze politiche del centrosinistra hanno scelto le primarie come strumento utile per Torino. Non farle non sarebbe affatto un atto di responsabilità ma una scelta grave e pienamente politica.
Per quanto mi riguarda la campagna non solo va avanti ma cresce e coinvolge giorno dopo giorno settori di questa città che vogliono aprire le porte a una nuova era per la nostra Città, le stesse porte che altri vogliono chiudere”.

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“Le ONG vedranno l’Italia solo in Cartolina” sbraita il ministro di tutto nonché Presidente del Consiglio in pectore, che nega l’esistenza di torture agli 800.000 migranti “ospitati” nei lager libici malgrado le migliaia di foto, immagini e prove di ogni genere.
Tutto lasciato nelle mani della guardia costiera libica che diviene l’unica responsabile dei soccorsi o supposti tali.
Il risultato è visibile e limpido: 220 morti in una settimana e oggi altri 100 dispersi.
Nessuno li può soccorrere (nessuno li deve soccorrere!) e noi italiani brava gente siamo complici – non silenti ma attivi – di questa strage.
Complici letteralmente, non per inerzia o per indifferenza. Complici per aver messo in atto azioni che favoriscono la morte di queste persone. Persone, ripeto. Persone.
Si può sorridere, dire che non è vero, che sono buonista (che non si capisce come è divenuto un insulto), che vengono qui che è una pacchia, che fanno gite in nave a spese nostre, che portano malattie, dire che non c’è spazio per qualche centinaio di migliaio di migranti in una Europa che ha mezzo miliardo di persone.
Mentre lo dite, o anche solo lo pensate, siete diventati “la banalità del male”.
Non è tempo di silenzio, è tempo di far sentire che esiste (perché esiste!) un’altra Italia e un’altra Europa.
Firma per WelcomingEurope!
Per firmare:
https://welcomingeurope.it/news/firma/

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Dopo aver vomitato contro i presidenti non eletti si propone un presidente non eletto.
Dopo aver detto basta con i tecnici si propone un tecnico (Toninelli ripete come un disco rotto che “non è un tecnico!” quasi se essere un tecnico rappresentasse un insulto. Ma se non è un tecnico e non ha alcuna esperienza politica, che è?).
Dopo aver accusato La Lega delle peggiori cose si fa un’alleanza (un contratto chiedo scusa) con la Lega.
Dopo aver urlato a difesa della Costituzione come degli ossessi, si intima – minacciando in alcuni casi – al Presidente Mattarella cosa fare, evidentemente non conoscendo la Costituzione o fregandosene di quanto prescrive.
Dopo le minacce inqualificabili e violente di trattare il Palazzo del Quirinale come la Bastiglia.
Dopo aver stilato nelle segrete stanze la lista partitocratica dei Ministri in barba a trasparenza e streaming e nemmeno condividendo le scelte con chi dovrà fare il Presidente del Consiglio.
Dopo aver detto tutto e il contrario di tutto sull’Euro e sull’Europa.
Dopo aver conquistato consenso sulla pelle dei più emarginati del mondo (gli immigrati), di migliaia di morti nel Mar Mediterraneo e con le balle spaziali della peggiore campagna elettorale della Storia.
Dopo tutto questo e molto altro, dopo contraddizioni e opportunismi così grandi da divenire forse invisibili e indicibili, non serve richiamare all’ordine questi sfascisti. Serve organizzare la resistenza nonviolenta di chi sogna un mondo aperto, un’Italia in cammino verso un’Europa federale, democratica e laica, una economia capace di guardare agli ultimi senza essere statalista, protezionista e razzista, una democrazia che conquisti nuove strade e non chiuda quelle vecchie distruggendo le fondamenta dello Stato liberale.
Non in difesa ma all’attacco!
Altro che regime! Altro che partitocrazia e spartitocrazia! Altro che legalità, trasparenza e onestà praticate! Altro che libera informazione! Le nostre analisi ultracinquantennali sulla teoria della prassi, sui fini che non giustificano i mezzi ma i mezzi che prefigurano i fini, devono farci vedere chiaramente la gravità della situazione!
Serve una generazione di cittadini coraggiosi (giovani o vecchi non ha importanza), che non chinino la testa e sappiano avere occhi per sognare, braccia per abbracciare, labbra per sorridere e baciare, mani per costruire, gambe per far camminare le idee, testa per far crescere la fantasia e le speranze di ciascuno.
Idee di libertà e passione civile, che non possono e non debbono essere recluse nei confini delle Nazioni o delle Patrie e devono contrastare le illusioni, foriere da sempre delle peggiori tragedie.

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Risuona ancora la eco “inciucio inciucio” per qualsiasi cosa, fino alla più ridicola e oggi gli stessi che accusavano chiunque di qualsiasi nefandezza, dicono che vogliono fare un governo o con la Lega o con il PD, che è uguale.
Potrei aggiungere anche qualcosa sulla questione più volte evocata con strumentalita’ anticostituzionale del governo non votato dai cittadini, ma di fronte alla malafede c’è poco da discutere. C’è da organizzarsi e lottare come e più di sempre.
#PiuEuropa #Radicali

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Vi presento mia nonna, Giovanna Tagliavini, ha compiuto oggi 103 anni e vive vicino a Bologna. È una delle persone che penso di più nelle mie giornate frenetiche. Vorrei fosse più vicina. Mi ha insegnato la differenza tra l’essere e l’avere. Non so se l’ho praticata a sufficienza ma il suo esempio mi è servito molto e mi serve.
È nata 3 mesi prima dell’inizio della prima guerra mondiale e una trentina d’anni prima che le donne avessero il diritto di voto. Ha vissuto dal 1944 al 1948 in un’aula scolastica con i suoi 2 bimbi piccoli perché i bombardamenti hanno completamente distrutto la loro casa. Oggi ha una pensione minima.
Dato che vede molto poco ha deciso di fare la visita all’Asl per farsi accompagnare a votare il 4/3. Voterà +EUROPA anche se non è mai stata radicale. Lo fa perché io sono candidato ma lo fa perché ammira Emma Bonino. Lo fa perché ha visto la guerra e non vuole che altri la vedano. Lo fa perché sa essere speranza anche se è molto vecchia.
Non so se ce la faremo ma so che questa sua decisione è una responsabilità in più per tutti noi. Non possiamo deluderla; proprio no.

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Boeri (INPS): “Non abbiamo bisogno di chiudere le frontiere. Al contrario, è proprio chiudendo le frontiere che rischiamo di distruggere il nostro sistema di protezione sociale”.
E ancora: “Se chiudessimo gli ingressi nei prossimi 22 anni avremo 73 mld di € in meno di entrate contributive e 35 mld in meno di prestazioni sociali con un saldo negativo netto si 38 mld di €”.
Si parla di miliardi di €!
Che ha da dire Brunetta che oggi sostiene l’esatto contrario senza sapere di che parla? E Salvini l’avvoltoio che sfrutta le paure degli Italiani? E Grillo?
Noi rispondiamo che ne siamo consapevoli e per questo siamo in strada a raccogliere firme su EroStraniero, la nuova legge di iniziativa popolare lanciata da Emma Bonino e da Radicali Italiani.
A voi la scelta su da che parte stare.

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Più di 4 anni fa, in splendida solitudine, manifestavamo gridando “Siamo tutti Siriani” e chiedendo l’incriminazione di Assad e dei criminali di guerra, coinvolgendo il Tribunale Penale Internazionale. Sulle nostre facce la bandiera siriana.
Dopo 4 anni la tragedia che si poteva fermare è al culmine nella più vergognosa indifferenza della comunità internazionale e dei popoli occidentali. La morte di oltre 250.000 persone e i milioni di profughi non meriterebbero l’organizzazione di una manifestazione europea oceanica?
Per quel che vale, come da 4 anni, continuerò a lasciare questa come foto del profilo a ricordare a chi comprende le violazioni di ogni più elementare diritto umano che avviene, ora dopo ora, a non molti chilometri da qui.

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UNO DEI NEMICI PIU’ INSIDIOSI SI CHIAMA ASSUEFAZIONE

In Siria siamo sulla soglia di mezzo milione di morti e quattro milioni di profughi. Città distrutte, civiltà distrutta. Lo abbiamo visto dall’inizio che sarebbe accaduto e abbiamo emesso silenzio, come altre volte. Abbiamo indicato la strada del Tribunale penale internazionale quando ancora era percorribile, incriminando Assad e i suoi complici e chiunque si fosse macchiato di crimini contro l’umanità. Ma nulla di nulla. Abbiamo chiesto mobilitazione alle Istituzioni, ai cittadini. Ma nulla di nulla.
Sulla pelle dei siriani si giocano molti interessi contrapposti che vedono su quel territorio una concentrazione senza precedenti di scelte sbagliate, di non scelte e di opportunismi feroci: Putin e la Russia ne sono l’esempio lampante ma non sono certo i soli.
Un popolo intero fugge dalla guerra e dalla distruzione e trova morte nel Mediterraneo e fili spinati per ostacolare un esodo che non è arginabile. Ma il filo spinato più grande, più alto e più impenetrabile che stiamo ergendo un po’ tutti si chiama assuefazione. L’Assuefazione di ascoltare giornalmente elenchi di bambini annegati senza indignarci nel profondo e di vedere immagini di disperati che dormono accumulati come non consentiremmo nemmeno agli animali di essere.
Mi sono sempre chiesto perché durante il Nazismo non ci fosse dall’interno della Germania un moto popolare di rivolta contro quello che accadeva. Come potevano non sapere? come potevano accettare? Non so se anche allora l’assuefazione fosse un elemento importante ma temo proprio di sì.
Mentre “quelli” muoiono come mosche noi che facciamo? Cambiamo canale per non disturbare la serenità della cena. Dobbiamo vergognarci, come europei, come uomini. Ma più di tutto dovremmo avere la forza di creare un movimento di opinione enorme – a partire proprio dalla sonnolente Europa – che sappia far comprendere come quel che sta accadendo non può e non deve più accadere. Non si tratta semplicemente di chiedere pace o di affermare retoricamente “Siamo tutti siriani”; si tratta di chiedere un intervento internazionale che sappia essere strumento di giustizia come in ex-Yogoslavia, perché quando affermiamo che non c’è pace senza giustizia, che non potrà mai esserci pace senza giustizia, affermiamo che ogni Stato, ogni cittadino è responsabile. Un movimento di opinione che non consenta alla Russia, alla Turchia, agli USA e all’Europa di curare interessi e disinteressi sulla pelle dei siriani. Ne abbiamo, ne avremo la forza? Temo di no ma occorre provarci ancora.

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Raccogliere soldi per autofinanziare le iniziative e le strutture fa parte a pieno titolo di una politica diversa. Una politica che si confronta giorno per giorno con le risorse e che le utilizza al meglio per produrre dibattito e promuovere proposte. Abbiamo affittato in via San Dalmazzo 9/bis/b 21 a Torino (a pochi passi da via Garibaldi e Piazza Arbarello) quella che sarà la nuova sede dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta ma ci occorrono circa 5000 euro per ristrutturarla e renderla agibile. Non ci vergogniamo di chiedere soldi, anzi. Lo riteniamo un dovere per chi ha l’ambizione da molti decenni di essere altro dalla politica politicante dello sfarzo e degli sprechi, dei finanziamenti pubblici e del sottopotere.
Abbiamo lanciato il cuore oltre l’ostacolo e iniziato i lavori da qualche giorno per renderla agibile in vista dell’importante appuntamento congressuale del prossimo 13 dicembre a partire dalle ore 14. Spero che molti vorranno darci una mano per pagare le spese, tanti contributi per un grande obiettivo: rilanciare alla grande una politica radicale, laica, liberale, pragmatica, riformatrice, trasparente, onesta e progressista. La nostra politica per Torino, per il Piemonte, per l’Italia e per gli Stati Uniti d’Europa.
Puoi aiutarci con bonifico bancario (IBAN: IT 55 T 07601 01000 000051394104) oppure online con carta di credito o PayPal: www.associazioneaglietta.it/associarsi/ Causale: sede nuova.
GRAZIE MILLE!

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(nella foto la copertina del numero Zero del Mensile Fuori! del dicembre 1971)

1971, a Torino nasce il FUORI (Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano), federato al Partito Radicale dal 1974. Quella rivendicazione di diritti, a viso aperto, ha prodotto in questi decenni enormi passi avanti e l’arrivo di tanti compagni di strada in questa lotta di ragionevolezza. Eppure dopo la bellezza di 44 anni non c’è ancora il riconoscimento delle unioni civili e il matrimonio omosessuale. Abbandoniamo finalmente riflessi conservativi e opportunismi politici e facciamo insieme questa riforma che ci avvicina agli stati democratici e ci allontana da quelli teocratici.

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