Candidato sindaco di Torino 2021

INTERVISTA A #UNRADICALENELPD

Un radicale candidato nel Partito Democratico, come mai?
In Piemonte il PD ha solo tentato di “cambiare verso” senza riuscirci, anche se molti militanti e alcuni dirigenti sono spesso nostri compagni di strada su tante battaglie. Ho l’ambizione di provare a dare una svolta e voglio farlo da radicale ma con in tasca la tessera del PD. E poi oggi, dopo 4 anni nel fango di Cota, occorreva dare il massimo per provare a ripartire e occorreva esserci. Stare alla finestra non serve a nessuno. Infine, dopo l’esperienza di Emma Bonino come ministro degli Esteri nel Governo guidato da Enrico Letta e, nella precedente legislatura, dei parlamentari radicali eletti nelle liste del PD, era senz’altro la collocazione più adeguata.

Hai, politicamente, una formazione radicale, liberale e laica, non ti senti in difficoltà rispetto all’ala cattolica del partito?
Nessuna difficoltà per me. Forse qualche clericale democratico storcerà il naso, ma come è sempre successo le battaglie di laicità e sulla libera scelta delle persone vanno avanti malgrado i conservatori di destra e di sinistra. Sono convinto che su questi temi non si debba mollare di un millimetro e che buona parte dei cattolici sia d’accordo con me.

Quale potrebbe essere il valore aggiunto della tua presenza a Palazzo Lascaris?
Potrei dire senza tema di smentita che un radicale nel Palazzo – anche solo uno – fa la differenza. Ho l’umiltà e l’ambizione di provarci, a partire dal rigoroso rispetto delle regole che sono state calpestate vergognosamente fino a oggi.

Quali sono le campagne su cui vorresti impegnarti maggiormente se venissi eletto?
Trasparenza delle istituzioni e dell’amministrazione per dare possibilità ai cittadini di conoscere e decidere. Rilancio dell’economia piemontese a partire dall’economia verde di cui tanti si riempiono la bocca senza sapere di cosa parlano e poi mettere in atto le proposte di Pietro Ichino sul lavoro: dobbiamo riuscire a eliminare il divario che c’è tra lavoratori dipendenti e precari e considerare finalmente gli imprenditori e le Partite Iva come lavoratori (a sinistra sarebbe già questa una riforma del modo di pensare!).

I temi che contraddistinguono la tua campagna elettorale sono Laicità – Trasparenza – Legalità – Responsabilità, puoi spiegarli brevemente?
La laicità è un metodo. Si deve essere laici sempre, di fronte a ogni problema. Laicità contro ideologia e dogmi. La trasparenza e la legalità sono le basi, i pilastri su cui si fonda il confronto democratico, non sono destra o sinistra, sono il terreno di gioco e le regole. La responsabilità è quella che ogni eletto dovrebbe esercitare, dicendo la verità ed essendo pragmatico.

Uno dei temi caldi che interessano la nostra regione è la TAV, il tratto ferroviario Torino-Lione, qual è la tua posizione?
Ormai la TAV è divenuto un totem da abbattere per alcuni irriducibili o qualcosa da salvare a ogni costo per altri. Nel merito ritengo che sia un’occasione che non possiamo perdere e che dopo una partenza dove il progetto è stato calato sulla testa dei cittadini si è aperto finalmente un dialogo che ha dato occasione a tutti di dire la propria. Oggi, infatti, il tracciato non è quello previsto all’inizio; ora non si tratta più di parlare se la vogliamo fare o no; dobbiamo realizzarla nei tempi previsti e con un controllo certosino dei costi.

I Radicali sono fuori dal Consiglio regionale da due legislature, quali sono state le vostre campagne fuori dal Palazzo?
Non bastano poche righe per illustrarle. Siamo stati gli unici a tenere alte le bandiere della legalità e della laicità. Abbiamo contribuito a far cadere la Giunta Cota con le nostre denunce sulla truffa elettorale del 2010 e abbiamo conquistato, con Silvio Viale, la legalizzazione dell’aborto farmacologico: dal Piemonte in tutta Italia. Nel 2012 il Consiglio ha approvato la nostra proposta sull’anagrafe degli eletti e dei nominati. È stato istituito su nostra iniziativa il garante delle carceri anche se non è stato ancora attivato. Un giro sul nostro sito www.associazioneaglietta.it credo sia importante per comprendere la mole di lavoro e l’impegno di tutti noi.

La giunta Cota è caduta sostanzialmente grazie alla determinazione dei Radicali e di Mercedes Bresso, alla vostra insistenza nel riproporre il tema della legalità legato allo scandalo Giovine, pensi che un “caso Giovine” possa ripetersi?
I casi non si ripetono mai uguali ma certamente il caso Giovine come il caso “Firmigoni” in Lombardia, come il caso Fiorito in Lazio (tutti fatti emergere dai Radicali) hanno dimostrato quanto questa politica sia lontana dal nostro e mio ideale. Lottare per le proprie idee non può prescindere dal rispetto delle leggi e delle regole del civile confronto. Comunque, se qualcosa di analogo dovesse ripetersi, noi ci saremo; e se fossi eletto non potrei mai accettare quello che questo Consiglio regionale ha accettato negli ultimi 4 anni.

Anche gli scandali sull’uso dei finanziamenti ai partiti hanno minato la credibilità della classe politica, praticamente di ogni schieramento, quali possono essere gli anticorpi a tuo avviso?
L’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti e la pubblicazione costante delle spese dei gruppi e dei consiglieri nello svolgimento del loro mandato sono provvedimenti imprescindibili.

Fai politica “sulla strada” da quando sei ragazzo, qual è la tua reazione all’antipolitica oggi dilagante?
La cosiddetta antipolitica, il grillismo, il populismo sono l’altra faccia della medaglia della politica politicante praticata dalla cosiddetta casta. Lanciare fango su questo o quello è facile, più difficile costruire un’alternativa e un futuro diverso. Gridare “vaffanculo” è liberatorio ma non costruisce un bel niente. Sono 50 anni che elenchiamo inascoltati i mali della partitocrazia italiana praticando giorno per giorno la diversità di comportamenti. In Consiglio saprei dare voce e corpo a questa diversità.

Spesso hai praticato le armi della nonviolenza, per esempio ultimamente lo sciopero della fame per far assumere al Consiglio regionale le decisioni che esso stesso aveva preso in merito alla nomina del garante dei detenuti, come vengono visti questi metodi da un partito tradizionale come il PD?
Certamente con la diffidenza di chi non li pratica e non ne conosce i fondamenti teorici. Eppure Roberto Giachetti, vice-Presidente della Camera ed esponente del PD ha fatto due scioperi della fame durissimi contro il Porcellum e solo per questo è vissuto da alcuni suoi compagni di partito come un corpo estraneo. Io dico che la nonviolenza e la disobbedienza civile sono strumenti indispensabili per essere alternativi a chi crede che si possa agire politicamente lanciando una pietra o una molotov o dando una manganellata.

Le battaglie su cui da radicale sei più impegnato riguardano i diritti civili (aborto farmacologico, contraccezione di emergenza, GLBT, testamento biologico ed eutanasia, anticlericalismo, laicità, legalizzazione cannabis), i diritti dei detenuti in particolare e, in generale, degli ultimi, la giustizia ma anche la campagna #sbanchiamoli … non temi di far venire dei mal di pancia a una eventuale giunta Chiamparino?
Non lo temo, lo voglio. Se un radicale, ancorché iscritto fieramente al PD, non facesse venire il mal di pancia a chi ha il potere, non sarebbe un radicale.

Un’ultima domanda. Come mai il tuo nome su twitter e facebook è Igor Ilic?
Perché Ilic è il mio secondo nome. Sono nato nel 1968…

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