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C’è un solo referendum che avrebbe senso fare in questo frangente pericolosissimo: una consultazione popolare di tutti cittadini dell’attuale Europa – il primo referendum a valenza europea – per chiedere se sono o meno d’accordo con gli Stati Uniti d’Europa.
Una specie di referendum costituente per chiedere se si è o meno d’accordo con una politica estera e di difesa comune, un esercito comune, una politica fiscale comune, una politica dell’immigrazione comune, una politica ambientale comune.
Sarebbe una risposta adeguata ai tempi invece di inseguire stupidamente l’illusione di Tsipras come fanno tanti politicanti italiani o le politiche burocratiche dei governi europei (tedesco innanzitutto) che nel recente passato hanno fornito compiti impossibili alla Grecia (che nessuno di loro sarebbe stato in grado di eseguire a casa propria) creando di fatto i presupposti della deriva attuale.
Se si riuscisse a fare un salto in avanti con la creazione di un unico stato europeo di stampo spinelliano e federalista conquisteremmo altri decenni di pace e benessere, altrimenti lo sfilacciamento lento ma continuo e inesorabile dell’attuale Europa, in concomitanza con i colpi di coda del gigante russo, può prefigurare il peggio. Parlo proprio del peggio.