per editorialino
Lunedì 9 giugno una quarantina di persone hanno partecipato all’evento che ho promosso “Elezioni regionali: dal Bilancio al Rilancio”. Numerosi interventi e discussione franca con una parte significativa di chi ha collaborato alla mia campagna elettorale. Come ho detto in quell’occasione credo che vi siano tre alternative.
La prima è che in seguito al risultato di preferenze ottenuto, lusinghiero ma non sufficiente, ognuno torni alla propria occupazione abbandonando l’ambizione di fare politica.
La seconda è che ciascuno di noi rientri nei suoi territori di competenza riprendendo a fare attività politica in piccoli gruppi: i radicali nell’Associazione Aglietta, i piddini in LibertàEguale, gli amici di Exit e dell’UAAR nelle loro associazioni, i Verdi con i Verdi, i Socialisti con i Socialisti, etc.
La terza, la più ambiziosa, è quella di riuscire a costruire qualcosa di nuovo e di diverso, che ci costringa a lavorare insieme, abbandonando in toto o in parte le vecchie abitudini un po’ stantie che ci fanno sentire sicuri ma che sono ormai legacci da strappare se vogliamo fare un salto di qualità. Occorre definire leadership, occorre definire priorità e progetti (abbiamo solo da scegliere tra i molti messi in campo) ma soprattutto occorre definire una modalità organizzativa che sia efficace, snella e chiara nelle responsabilità.
salaAB+9giugno
I Radicali in Piemonte in questi anni, da soli o con collaborazioni strappate a questo o quello, sono riusciti a fare grandi cose: anagrafe degli eletti, garante delle carceri, Cota a casa, testamento biologico, RU486 legalizzata e molto altro. Ma per divenire protagonisti del cambiamento dobbiamo avere l’ambizione di tenere in mano il pallino delle riforme e non solo costringere la Politica degli altri a farle proprie dopo estenuanti battaglie. Ne avremo la forza e la capacità? Avremo il sostegno finanziario necessario? Sapremo mettere da parte personalismi per fare un gioco di squadra? Credo dipenderà da ciascuno di noi. Io ci voglio provare.