dal Diario di bordo del candidato

Sabato 17 maggio, dopo un incontro con una signora che mi è stata segnalata da un Radicale romano, alla quale ovviamente consegno un po’ di materiale, carico Luigi Brossa e partiamo.
Prima fermata Piazza Castello per unirmi al corteo in sostegno delle ragazze rapite in Nigeria. Attorniato da nigeriani alzo il cartello (guardate la foto) che mi ha preparato Silvio Viale: BringBackOurGirls!
Discorsi in inglese e canti per chiedere che la mobilitazione internazionale cresca.
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Alle 11 siamo al mercato di Piazza Foroni (nella foto) a distribuire il mio volantino e una lettera dove si illustra il progetto che vogliamo realizzare sulle case popolari: “Più case popolari!”, vendendo parte del patrimonio di grande valore nelle aree centrali della città e acquistando un numero molto maggiore di metri quadri tra il tanto invenduto della periferia e dei comuni limitrofi a Torino.
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C’è davvero tanta gente, forse è la volta che ne ho vista di più tra i numerosi mercati che ho frequentato. Un signore siciliano con un eloquio antico sostiene che oggi, anche se tutti hanno studiato, c’è più ignoranza di quando lui era piccolo e solo uno su dieci sapeva leggere e scrivere. A prima vista si direbbe una sciocchezza, ma anche qui, per certi aspetti, c’è un fondo di verità su cui riflettere. E’ probabilmente un ex elettore di Berlusconi che non voterà.

All’ora di pranzo ci trasferiamo nelle vicine case popolari a parlare con i condomini e lasciare nelle buche la lettera con la proposta. Quanti la leggeranno davvero? Difficile dirlo. In alcune buche ci sono già i miei volantini: ma chi li avrà messi? Mistero. Comunque mi dà la sensazione che ci siano persone, anche lontane da me, che si stanno impegnando ed è un buon segno.

Pomeriggio a mandare comunicati e poi alle 16 in via Garibaldi con l’inossibabile Giulio Manfredi e un’altra decina di compagni e amici per l’ultimo tavolo di raccolta firme sulla cannabis terapeutica.
Incontro un signore che conosco da tempo che mi dice che qualcuno da Milano lo ha chiamato per votarmi. Questa mobilitazione diffusa è sorprendente.
Nel frattempo arriva un messaggio via sms di Marco Boato (nella foto) con parole di sostegno molto esplicite. Me lo avevano annunciato ieri ma leggendolo sono ancora più contento di aver scelto di candidarmi.
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Alle 17 tengo l’ormai tradizionale comizio volante che oggi si svolge in contemporanea a quello di Beppe Grillo, che è in Piazza Castello. Una ragazza con gli occhi invasati passa, ci guarda con aria di sfida e urla: “Corrotti! Truffatori!” e poi con il dito indice e medio a indicare una V grida “Vinciamo noi!”. Effetti dell’adrenalina del comizio del comico.

Alle 18.30 sono a casa (ormai ci passo veramente solo per dormire) dove mia moglie mi ha preparato un aperitivo invitando una decina di parenti. Sul terrazzino beviamo qualcosa e mangiamo stuzzichini, ma poi per un’ora buona devo rispondere ad una serie di domande su cosa voglio fare e come.

Sembra finita ma invece alle 23 Carlo Donati mi ha organizzato una serata in una discoteca Gay di C.so Vittorio. Entriamo. Distribuiamo volantini, parliamo con il sosia di Platinette (nella foto con me) e poi si balla.
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Mi propongono di parlare per qualche minuto ma l’ambiente non mi pare ideale: la gente che è lì non ha voglia di interrompere la festa e sentire uno che gli racconta di politica. Così si va avanti fino alle 2 e poi vado a letto.

La città a quell’ora di questo sabato sembra essere viva come in un qualsiasi pomeriggio nell’ora di punta. Traffico bloccato e parcheggio selvaggio. Li lascio proseguire la nottata ma per me finisce qui.