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+Europa
riparte

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28 marzo 2018

Ieri si è tenuta la prima riunione per il lavoro di riforma statutaria di +Europa. Lo Statuto attualmente vigente prevede infatti la nomina di “un comitato a cui è affidato il compito di redigere un nuovo Statuto da sottoporre all’Assemblea entro il 31 maggio 2018. Il nuovo Statuto dovrà, tra l’altro, determinare le regole di apertura e di partecipazione democratica al progetto politico di “+EUROPA” anche ai fini della costruzione di un soggetto politico-elettorale federalista e paneuropeo.

L’Assemblea di +Europa, composta da Benedetto Della Vedova, Riccardo Magi, Bruno Tabacci e Gianfranco Spadaccia ha nei giorni scorsi nominato e oggi riunito il comitato composto da Marco Cappato, Maurizio Di Nicola, Olivier Dupuis, Andrea Mazziotti, Carmelo Palma, Angelo Sanza e Lorenzo Strik Lievers. Alla riunione sono anche intervenuti Emma Bonino, Silvja Manzi, rappresentante legale di +Europa e Alessandro Fusacchia, deputato eletto nella circoscrizione estero.

Nell’ambito dell’attività di elaborazione statutaria, +Europa ha deciso di convocare a breve, entro la prima metà di aprile, un seminario di approfondimento dei contenuti e delle forme dell’iniziativa europeista nella nuova fase politica. A questo seminario parteciperanno i gruppi dirigenti dei tre soggetti fondatori di + Europa, cioè di Radicali Italiani, Forza Europa e Centro Democratico.

Come disse Emma Bonino all’indomani del voto del 4 marzo: “abbiamo deciso, senza grandi né piccoli tentennamenti, che questo progetto deve continuare. Troveremo le formule e il modo di lavorare assieme, ma nessuno di noi è disposto a tradurre una sconfitta numerica evidente in una sconfitta del progetto politico, che è nato nuovo, di recente, e che nel contesto generale ci sembra che valga sempre più la pena di continuare a curare e ad organizzare.

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Dopo aver vomitato contro i presidenti non eletti si propone un presidente non eletto.
Dopo aver detto basta con i tecnici si propone un tecnico (Toninelli ripete come un disco rotto che “non è un tecnico!” quasi se essere un tecnico rappresentasse un insulto. Ma se non è un tecnico e non ha alcuna esperienza politica, che è?).
Dopo aver accusato La Lega delle peggiori cose si fa un’alleanza (un contratto chiedo scusa) con la Lega.
Dopo aver urlato a difesa della Costituzione come degli ossessi, si intima – minacciando in alcuni casi – al Presidente Mattarella cosa fare, evidentemente non conoscendo la Costituzione o fregandosene di quanto prescrive.
Dopo le minacce inqualificabili e violente di trattare il Palazzo del Quirinale come la Bastiglia.
Dopo aver stilato nelle segrete stanze la lista partitocratica dei Ministri in barba a trasparenza e streaming e nemmeno condividendo le scelte con chi dovrà fare il Presidente del Consiglio.
Dopo aver detto tutto e il contrario di tutto sull’Euro e sull’Europa.
Dopo aver conquistato consenso sulla pelle dei più emarginati del mondo (gli immigrati), di migliaia di morti nel Mar Mediterraneo e con le balle spaziali della peggiore campagna elettorale della Storia.
Dopo tutto questo e molto altro, dopo contraddizioni e opportunismi così grandi da divenire forse invisibili e indicibili, non serve richiamare all’ordine questi sfascisti. Serve organizzare la resistenza nonviolenta di chi sogna un mondo aperto, un’Italia in cammino verso un’Europa federale, democratica e laica, una economia capace di guardare agli ultimi senza essere statalista, protezionista e razzista, una democrazia che conquisti nuove strade e non chiuda quelle vecchie distruggendo le fondamenta dello Stato liberale.
Non in difesa ma all’attacco!
Altro che regime! Altro che partitocrazia e spartitocrazia! Altro che legalità, trasparenza e onestà praticate! Altro che libera informazione! Le nostre analisi ultracinquantennali sulla teoria della prassi, sui fini che non giustificano i mezzi ma i mezzi che prefigurano i fini, devono farci vedere chiaramente la gravità della situazione!
Serve una generazione di cittadini coraggiosi (giovani o vecchi non ha importanza), che non chinino la testa e sappiano avere occhi per sognare, braccia per abbracciare, labbra per sorridere e baciare, mani per costruire, gambe per far camminare le idee, testa per far crescere la fantasia e le speranze di ciascuno.
Idee di libertà e passione civile, che non possono e non debbono essere recluse nei confini delle Nazioni o delle Patrie e devono contrastare le illusioni, foriere da sempre delle peggiori tragedie.

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Cannabis legale
fai da te

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Era il 1975 quando Marco Pannella fumò uno spinello in pubblico e si fece arrestare. Un’azione di disobbedienza civile che allora fu dirompente e rivoluzionaria ed ebbe il merito enorme di aprire, finalmente, il dibattito sulla follia delle politiche proibizioniste sulle droghe. 40 anni fa quando aprivamo un tavolo per strada per chiedere di legalizzare le droghe (almeno quelle leggere) prendevamo valanghe di insulti; oggi lo stesso tavolo produce strette di mano e pacche sulle spalle. Abbiamo cambiato la coscienza del Paese ma la legge e la politica sono indietro che arrancano e continuano a dare nelle mani della criminalità organizzata i proventi della droga proibita, con il danno collaterale di riempire le galere di disperati. Nello scorso Parlamento siamo giunti a un passo dall’approvazione di una legge che legalizzasse coltivazione e consumo di Cannabis.

Per proseguire idealmente quella battaglia, dopo innumerevoli disobbedienze civili e processi, autodenunce e referendum (uno vinto nel 1993 che cancellò le pene per uso personale), progetti di legge di iniziativa popolare, oggi voglio proporvi in pillole qualche consiglio per coltivare la Cannabis, ricordando che ne esistono molte varietà e che quelle a basso tenore di THC sono legali. Per approfondimenti potete consultare il libro di Luca Marola “Marijuana in salotto. Guida alla coltivazione fai da te” che illustra come fare anche con varietà più resistenti e dalla maturazione più rapida come le autofiorenti.

La Cannabis è pianta annuale, da seminare a mezzo cm di profondità in terreno a pH neutro tra marzo e aprile (se lo fate in questi giorni di maggio siete ancora in tempo). Occorre un vaso con terreno umido che va posto al buio; dopo circa 2 giorni nascerà la piantina che deve essere messa subito in luce. Annaffiare poco tutti i giorni ma non nella parte centrale della giornata. La maggior parte delle varietà fioriranno a luglio (la variabilità è tuttavia ampia) e dalla fioritura in poi occorre aggiungere fosforo e potassio all’acqua di bagnatura. Il concime adatto lo trovate nei negozi specializzati e va bene per Cannabis e orchidee; non esagerate che potreste danneggiare la piantina. Quando i fiori hanno i pistilli di colore aranciato e si formano goccioline opalescenti si possono raccogliere le infiorescenza (solitamente tra settembre e ottobre). Il raccolto deve essere fatto seccare per qualche settimana al buio e al fresco e lasciato “conciare” per qualche mese per ottenere il massimo risultato.

In attesa della legalizzazione della coltivazione anche per uso ludico, almeno impariamo come si fa per farla crescere rigogliosa.

Igor Boni – Direzione nazionale Radicali Italiani

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Risuona ancora la eco “inciucio inciucio” per qualsiasi cosa, fino alla più ridicola e oggi gli stessi che accusavano chiunque di qualsiasi nefandezza, dicono che vogliono fare un governo o con la Lega o con il PD, che è uguale.
Potrei aggiungere anche qualcosa sulla questione più volte evocata con strumentalita’ anticostituzionale del governo non votato dai cittadini, ma di fronte alla malafede c’è poco da discutere. C’è da organizzarsi e lottare come e più di sempre.
#PiuEuropa #Radicali

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Riflessioni
e azioni radicali

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Nella nostra azione politica di ricostruzione e di costruzione, di fantasia creativa e di passione, non possiamo e non dobbiamo rimanere incastrati nella cronaca politica giornaliera e invischiati nelle nostre vicende interne. Se così facessimo ci troveremmo a essere noi stessi un elemento di un domino che inesorabilmente sta facendo cadere le sue tessere, una dopo l’altra, verso il ritorno agli Stati nazione, ai nazionalismi, alle chiusure di confini, al protezionismo sulle merci e sugli uomini, alla paura e all’odio.
La nostra campagna elettorale incentrata su +Europa non è stata a mio avviso la promozione di una “lista di scopo” come anche tra noi si va dicendo. Liste di scopo erano altre del nostro passato. Questa è stata ed è una lista, un progetto e, spero, un soggetto politico, che mette al centro il principale aspetto da conquistare, dentro il quale si posizionano tutti gli altri. Il federalismo europeo, gli Stati Uniti d’Europa, rappresentano infatti il principale obiettivo concreto da raggiungere. Un obiettivo che, se vogliamo, diviene anche insufficiente perché dovremmo parlare di “Stati Uniti d’Europa e del Mediterraneo” come evocazione di futuro, ribadendo che il Mediterraneo non è un mare che ci divide ma che ci unisce. Lo dovremmo fare proprio oggi che questa prospettiva pare irrealizzabile: una federazione di popoli che abbia la capacità di rispondere ai problemi del nostro tempo, aprendo e non chiudendo e con la forza necessaria per contrastare derive che ci stanno investendo dall’interno, infettandoci e rendendoci più deboli. Ecco alcuni esempi, collegati strettamente tra loro, ma significativi, di ciò che ci invade e che ci circonda.
La Russia, giorno dopo giorno, si dimostra un elemento di grande destabilizzazione per l’intera Europa, con azioni militari di influenza in tutte le opinioni pubbliche in ogni occasione elettorale e non solo. Una propaganda incisiva e inarrestabile, organizzata e finanziata con valanghe di denaro, che continua incontrastata a mietere vittime, scavando la sabbia sotto le deboli democrazie e pseudo democrazie europee. Per inciso occorrerebbe chiedersi da dove arrivano i finanziamenti di Lega e 5stelle che di tutta evidenza per queste elezioni hanno messo in campo risorse molto ingenti.
La vicenda Ucraina con migliaia di morti causati da una guerra di aggressione all’interno dei confini europei continua e si radicalizza, una guerra che per la prima volta da dopo il secondo conflitto mondiale ha cambiato i confini degli Stati con le armi nella disattenzione dei più. Una guerra che rischia di far perdere il pallino europeista e riformatore allo stesso debole governo ucraino, dando una mano alla volontà di destabilizzazione della Russia di Putin.
In Siria, dopo quasi mezzo milione di morti e milioni di profughi, in una guerra dimenticata che dura da oltre 6 anni, continua un indistricabile risiko di violenza che vede protagonisti Assad e il suo regime, i russi, gli Usa, la Turchia (quanto ci sarebbe da dire anche su questo Paese e sulla sua deriva!), l’Iran e gruppi terroristici di varia natura in una escalation apparentemente inarrestabile. Sembra di essere di fronte a una sorta di terrificante prova generale di un conflitto molto più ampio, per ora concentrato in quel territorio ma pronto ad uscirne e investire altri.
In questo contesto la vicenda epocale delle migrazioni di massa, che colpisce in larga misura l’Africa con la sua crescita demografica esplosiva, dovrebbe vedere ragionevolezza nelle politiche dei governi degli stati europei che invece si illudono di nascondere la sabbia sotto il tappeto, fino alla inevitabile esplosione del problema, data la totale assenza di gestione. Problema che, va ricordato, investe innanzitutto proprio gli stessi Paesi africani. Su questo la campagna sulla petizione dei cittadini europei che porta “Ero Straniero” oltre i confini italiani è strumento essenziale!
Si potrebbe andare avanti parlando degli Stati Uniti e delle follie di Trump che, al di là dei suoi tweet e delle sue scelte, mostrano come l’Europa non possa stare più sotto l’ala protettrice degli USA ma debba subito trovare la forza di crescere, anche in termini di capacità di difesa, di politica estera, di capacità diplomatica. E’ evidente che non potremo più far conto sugli “amici americani” ma dovremo arrangiarci e diventare noi protagonisti del nostro futuro, mettendo in discussione ciò che è stato in un passato che non tornerà.
In questo contesto completamente nuovo, che mette a rischio 70 anni di certezze (crescita, pace, benessere) siamo di fronte a un bivio con strade radicalmente diverse. Possiamo lasciarci portare dalla corrente impetuosa verso le spinte che hanno condotto alla Brexit, alla vittoria di forze razziste in Polonia e Ungheria, della estrema destra austriaca, di Lega e 5stelle in Italia o nuotare controcorrente, come sempre abbiamo fatto, parlando di democrazia per l’Europa e per il mondo, di federalismo, di nonviolenza, di giustizia internazionale, di diritto di ingerenza, di politica estera comune, di politiche dell’immigrazione comuni, di uno sviluppo che sappia finalmente conciliare la salvaguardia dell’ambiente e la crescita dell’economia, del fatto che i diritti umani sono universali e non prerogativa solo di alcuni popoli.
Io penso che la sfida che abbiamo qui davanti agli occhi sia chiara. Se la vediamo nelle dimensioni che ha realmente non potremo rimanere intrappolati in vicende piccole o piccolissime che oggi paiono sopraffarci.
Con questo spirito io credo che dovremo dare maggiori fondamenta e rendere più forti le organizzazioni che già abbiamo che producono politica in Italia, a partire da Radicali Italiani ma non solo. Ma credo anche che occorra scommettere su +Europa per dare una prospettiva ai tanti che si sono avvicinati in questa campagna elettorale che non ci ha regalato un successo ma ci ha messo sulle spalle una ulteriore responsabilità. Non possiamo buttare al macero, io credo, la fiducia dei tanti che ci hanno sostenuto e in particolare di chi l’ha fatto avendo tra i 18 e i 25 anni. Molti di questi frequentano le nostre sedi non in nome della storia radicale ma in nome del futuro europeo, che peraltro – come noi sappiamo – ha le sue radici nella storia radicale di questi oltre 60 anni.
Stati Uniti d’Europa, intervento della giustizia internazionale in Siria, denuncia dell’imperialismo russo in Italia e non solo, rilancio dell’organizzazione mondiale delle democrazie di pannelliana memoria, strutturazione di nuclei di iniziativa di +Europa in altri Paesi per costruire politiche transnazionali, potrebbero essere i primi temi sui quali lavorare con il soggetto “+Europa” consegnando ai 4 eletti nelle nostre Isituzioni italiane la responsabilità di lavorare insieme e di fare politica insieme.
L’ho detto alla fine dell’ultimo Comitato di Radicali Italiani e lo ripeto: nella dinamica attuale fra chi ha dato vita a +Europa, la somma delle piccole buone ragioni di ciascuno (vale anche per chi si riconosce nella presidenza del PRNTT che ha fatto altre scelte a me incomprensibili) rischia di avere come risultato il nostro grande torto collettivo.

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Pizzarotti: “da sindaco
della città dei diritti scelgo +Europa
non chi semina paure”

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Federico Pizzarotti vota +Europa. In questo post che riporto qui sotto spiega perché. E’ un po’ lungo ma vale la pena leggerlo

“In questi giorni mi sono preso il tempo necessario per decidere chi votare il 4 marzo, ho fatto la mia scelta e trovo corretto farla presente. Anzitutto una premessa. Una settimana fa ho pubblicamente posto sei domande a tutte le forze politiche che si sfidano in questa tornata elettorale. Sei domande concrete, chiare e precise sul futuro di #Parma che toccavano la sicurezza, le tasse, l’ambiente, le infrastrutture, il Welfare. Ringrazio chi al momento ha risposto dando la sua visione di Parma: il senatore Pagliari e Lucia Annibali del PD, Maria Saponara della Lega e gli esponenti di Liberi e Uguali. Evidentemente il Movimento 5 Stelle e gli altri candidati e partiti del centrodestra, che ancora non hanno risposto (non so se lo faranno ma è sempre valido il beneficio del dubbio), dimostrano di non avere interesse e idee su Parma.
Non tutte le risposte mi hanno pienamente convinto, ma tutti, ho notato, conveniamo su un unico obiettivo: Parma Capitale della Cultura è l’inizio di un percorso che potrà fare della città una protagonista in Italia e in Europa. Su queste basi sono pronto a collaborare con chiunque, per fare dei progetti di Parma realtà concrete, realizzabili, misurabili. Ci toglieremo grandi soddisfazioni.

Ora veniamo al #4marzo. Darò il mio voto a +Europa e spiego perché. Prima di tutto perché, come disse una volta Rodotà venendoci a trovare, Parma si è dimostrata essere la città dei diritti: qui abbiamo sviluppato prima di tanti, e prima ancora che se ne discutesse in Parlamento, un testamento biologico, il registro delle unioni civili, le cittadinanze civiche e il registro della bigenitorialità. Parma è città dei diritti, e i Radicali hanno nel loro percorso politico la difesa e la tutela dei diritti.

Sia chiaro: io ho scelto chi nel panorama politico è più vicino alle mie idee pur non rappresentandomi appieno, e come ho già detto in passato, altre volte ho votato “Radicale” per le loro scelte e per le loro battaglie. Il voto, però, è un dovere quanto un diritto, perciò tutti dovrebbero scegliere di votare anziché restare a casa e fregarsene. Non esiste in Italia una forza che mi rappresenti pienamente, per questo motivo sta nascendo #ItaliainComune, il partito che la stampa definisce “dei sindaci”, di cui sono coordinatore nazionale. Nasce una nuova realtà politica che metterà al centro le competenze e il pragmatismo dei sindaci. Il voto a +Europa, invece, sarà un voto che li metterà alla prova. Ripongo la mia fiducia in loro e da cittadino, da italiano, da europeo, mi aspetto che venga contraccambiata.

Ma andiamo oltre. Viviamo un periodo storico in cui la società si sta polarizzando sempre più tra società aperta e società chiusa, mentre le persone tra europeisti e antieuropeisti, anti populisti e populisti. Io mi sento un italiano europeo e un europeo italiano. L’Europa è la mia casa. L’Europa dei diritti, della democrazia, delle nazioni libere e uguali. L’Europa degli europei. Da una parte c’è una società che lavora per costruire un futuro solido e coerente con la nostra storia. Un futuro che sarà sicuramente faticoso costruire, ma reale e solido. Dall’altra ci sono persone che marciano parlando di paure, stuzzicando le tensioni delle persone, inchiodando gli uomini ai propri incubi. È la cultura del “diverso”, dell’altro da sé, del “prima noi e poi gli altri”, dei muri che dividono e delle ruspe che demoliscono.

Il mondo si sta polarizzando e io ho fatto la mia scelta, sto dalla parte delle donne e degli uomini d’Europa. Sarà un voto di vicinanza a un’idea. Questo, e la mia storia politica parla per me, non significa dare carta bianca a nessuno: giudico sempre dai fatti.”

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Elezioni: +Europa:
“Su cannabis terapeutica
continuano chiusure proibizioniste”

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27 febbraio 2018
Carmelo Palma, Igor Boni e Giulio Manfredi (candidati in Piemonte di “+Europa con Emma Bonino”):

Una delle giustificazioni che il Partito democratico utilizzò per archiviare negli scorsi mesi la proposta di legge sulla legalizzazione della cannabis – sottoscritta, nella sua versione parlamentare, da decine di deputati e senatori Pd e in quella popolare da oltre 50.000 cittadini – fu che si trattava di una scelta divisiva e che sarebbe stato più utile fermare la discussione sul terreno della cannabis terapeutica, condiviso in modo assai più ampio. Il risultato è che la discussione sulla legalizzazione è stata per l’ennesima volta rinviata e sulla cannabis terapeutica, anziché passi avanti, registriamo il medesimo stallo che ha reso questo per molti pazienti un diritto negato. L’approvvigionamento dei farmaci a base di cannabis è stato legato per anni interamente a forniture estere, che spesso si interrompevano lasciando i malati (soprattutto oncologici e affetti da patologie neurodegenerative) privi di cure. Si è poi aperto alla produzione nazionale, assegnandola però in monopolio allo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, che però non è in grado di provvedere al fabbisogno nazionale. Il risultato è che anziché aprire il mercato della cannabis a uso medico a produttori nazionali, ci si continua a rivolgere esclusivamente a produttori esteri. Il 18 gennaio scorso il Ministero della Difesa ha aggiudicato la fornitura di 100 chili di cannabis per le esigenze dello Stabilimento Chimico Farmaceutico di Firenze alla società tedesca Pedanios Gmbh (vedi link in calce). Insomma, il proibizionismo delle droghe continua a essere di fatto proibizionismo delle cure e anche della produzione farmaceutica. La qual cosa conferma che se non si supera il paradigma proibizionista sulla produzione di cannabis in Italia non solo i consumatori saranno lasciati alla mercé del mercato criminale, ma anche i malati saranno abbandonati in una situazione di perenne incertezza.

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Promesse elettorali
e conti che non tornano

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Diffidate di chi vi racconta favole che non durano neanche il tempo di una campagna elettorale.
L’unico programma che non ridurrebbe allo sfascio le finanze pubbliche, quindi l’unico veramente attuabile, è quello di Più Europa con Emma Bonino; parola dell’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani – Carlo Cottarelli.
http://osservatoriocpi.unicatt.it/cpi-elezioni-2018-commenti-ai-programmi-di-finanza-pubblica

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Casapound fuorilegge? Intanto sono
fuori-legge i manifesti suoi e di Salvini.
Esposto di +Europa al prefetto di Torino

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Questa mattina Giulio Manfredi (candidato della lista “+Europa con Emma Bonino” nei collegi plurinominali Piemonte 1-01 e Piemonte 2-01) ha depositato presso la Prefettura di Torino un esposto per segnalare la violazione dell’art. 3, comma 2, della legge n. 515/1993 (mancata indicazione sui manifesti elettorali del “committente responsabile”) da parte delle liste “Casapound Italia” e “Lega-Salvini premier”. La violazione comporta il pagamento di una sanzione amministrativa pecuniaria “da lire un milione a lire cinquanta milioni” (art. 15, comma 2, della legge n. 515/1993.

Giulio Manfredi ha dichiarato:
Non passa giorno senza che sia Casapound sia Salvini si ergano a difensori della legalità contro il caos, portato naturalmente dall’immigrazione selvaggia e dall’Unione Europea cattiva. Risulta, pertanto, singolare che tali difensori della legalità non siamo nemmeno in grado di rispettare una piccola e semplice disposizione della legge elettorale, che non comporta particolari oneri. A meno che quanto scritto sui loro manifesti sia così incredibile che non si sia trovata neppure una persona disponibile a dichiararsene responsabile…
Considerato che i manifesti fuori-legge sono stati sicuramente affissi in tutta Italia, invito altri candidati e altre liste a promuovere iniziative analoghe alla mia.
”.

Torino, 23 febbraio 2018
Segue testo esposto:

Alla Prefettura di Torino
Ufficio Elettorale
Sede
Torino, 23 febbraio 2018

Oggetto: segnalazione violazione art. 3, comma 2, della Legge n. 515/93 (mancata indicazione sui manifesti elettorali del “committente responsabile”).
Il sottoscritto Giulio Manfredi, domiciliato per quanto concerne il presente esposto presso la sede della lista “+Europa con Emma Bonino”, sita in Torino, Via San Dalmazzo n. 9 bis/B, candidato della suddetta lista nei collegi plurinominali Piemonte 1-01 e Piemonte 2-01, fa presente quanto segue:
– la legge 10 dicembre 1993, n. 515 (Disciplina delle campagne elettorali per l’elezione alla Camera dei Deputati e al Senato della Repubblica), all’art. 3, comma 2, così recita: “Tutte le pubblicazioni di propaganda elettorale a mezzo di scritti, stampa o fotostampa, radio, televisione, incisione magnetica ed ogni altro mezzo di divulgazione, debbono indicare il nome del committente responsabile”. Il seguente art. 15, comma 2, della legge succitata così recita: “In caso di inosservanza delle norme di cui all’articolo 3 si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da lire un milione a lire cinquanta milioni”.
– il sottoscritto ha verificato che sui tabelloni elettorali predisposti per le elezioni politiche del 4 marzo 2018 sono presenti almeno due manifesti elettorali che non riportano l’indicazione del committente responsabile. Il primo manifesto elettorale è quello della lista “Lega – Salvini premier” che riporta la seguente dicitura: “Stop invasione – Salvini premier – 4 marzo vota – simbolo “Lega – Salvini premier”. Il secondo manifesto elettorale è quello della lista “Casapound Italia”, che reca il simbolo della suddetta lista con sotto lo slogan “Vota più forte che puoi”.
Tutto ciò premesso, richiede l’immediato intervento delle istituzioni in indirizzo, ciascuna per quanto loro compete, al fine dell’accertamento di una violazione della legge elettorale estesa presumibilmente all’intero territorio nazionale e alla conseguente applicazione delle sanzioni previste per tale violazione.
Certo di un pronto riscontro, invio distinti saluti. Giulio Manfredi

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Embraco, Magi (+Europa) a Grasso
“Seconda carica Stato fa propaganda
sulla pelle dei lavoratori”

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“È grave che la seconda carica dello Stato strumentalizzi la condizione dei lavoratori per meri calcoli elettorali. Se non avesse platealmente dismesso il suo senso delle istituzioni, il Presidente del Senato in carica non potrebbe che ammettere che serve maggior integrazione europea per avere anche regole industriali condivise ed evitare quindi che Stati come la Slovacchia e la Polonia facciano dumping sociale: una pratica che è sempre inaccettabile, ma tanto più all’interno dell’Ue e con fondi comunitari. Invece, da leader di LeU, Grasso ha scelto la strada della propaganda e attacca chi, come Emma Bonino, si assume la responsabilità di dire agli Italiani come stanno davvero le cose: e cioè che per riformare l’Unione Europea occorre difenderla dai nazionalisti e smettere di accrescere il debito pubblico contenendo la spesa corrente. Quanto ad aumento del debito il programma di LeU parla chiaro e a scapito dei cittadini, soprattutto quelli più deboli”, lo dichiara in una nota il segretario di Radicali Italiani Riccardo Magi, candidato alla Camera di +Europa con Emma Bonino.

Anche Igor Boni, candidato alla Camera nelle Circoscrizioni Piemonte1 e Piemonte2, sul suo profilo Facebook aggiunge una riflessione:
“In politica gli scontri sulle idee sono sempre positivi. Inaccettabili invece le bassezze e le strumentalizzazioni fatte sulla pelle di altri. Oggi sentire Grasso e Boldrini che associano il dramma dei lavoratori della Embraco alla nostra proposta di +Europa dimostra la pochezza e l’infima qualità di questi personaggi.
Giusto per precisare noi vogliamo +Europa anche per ridurre il divario su tassazione e costo del lavoro e limitate casi come questo, che peraltro è purtroppo uno di tanti.
In più i due personaggi suddetti dovrebbero spiegare la logica che sottende alla scelta di favorire in centinaia di collegi uninominali la vittoria della destra più becera, violenta, populista, protezionista e xenofoba dal dopoguerra ad oggi. Perché questo è l’effetto concreto di presentarsi da soli. Pensano che così facendo ci sarebbe un vantaggio per i più deboli che a parole dicono di voler difendere? Su tutto questo mi piacerebbe poter discutere in un confronto pubblico e non con dichiarazioni a favore di telecamera e senza contraddittorio.”

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